Il racconto da brividi di Emanuele dopo il delitto (2 / 2)

Si è conclusa nel peggiore dei modi la scomparsa di Cinzia Pinna, in quanto il ritrovamento del suo corpo senza vita ha posto fine ad ogni speranza, da parte dei familiari, di poterla riabbracciare.

Gli inquirenti hanno un compito davvero molto delicato e complesso: quello di ricostruire che cosa è avvenuto non solo prima e durante il femminicidio della trentatreenne, ma anche quello che Ragnedda ha fatto dopo. L’imprenditore vinicolo, reo confesso del delitto della Pinna, che ora è in stato di fermo per omicidio volontario aggravato, mentre domani ci sarà l’udienza di convalida dell’arresto, ha tolto la vita a Cinzia ed è volato alla festa per i sessant’anni della madre.

L’imprenditore avrebbe fatto tutto da solo, per poi salire sull’elicottero per raggiungere il ristorante Vecchio Mulino di Arzachena, dove la madre stava festeggiando il compleanno con 150 invitati. I Niedda e i Pinna si conoscono da tempo ed Emanuele e Cinzia, che lavorava in un locale di Palau come cameriera, si frequentavano ogni tanto.

Cinzia Pinna, la confessione: "L’ha urlato prima del decesso" Cinzia Pinna, la confessione: "L’ha urlato prima del decesso"

Come riportato da Repubblica, è apparso sorridente, allegro, comportandosi come se nulla fosse accaduto. Feste a base di alcol e anche altro. Era la solita spacconeria?

Le indagini dei carabinieri, coordinate dal procuratore Gabbia di Tempio Pausania, procedono per ricostruire tutte le fasi del delitto. Ricordiamo che è stato proprio l’imprenditore a far ritrovare il corpo dopo aver confessato il 24 settembre. I resti della povera Cinzia erano nascosti tra i cespugli della tenuta agricola di quest’ultimo a Conca Entosa.