Tutta Italia è ancora con il fiato sospeso per le sorti dei 3 giovani travolti dal fiume Natisone. Patrizia, Bianca e Cristian si sono visti sopraffare improvvisamente dall’impeto della piena del fiume, alla quale non è stato possibile opporre resistenza. Poco prima che i 3 venissero risucchiati dalla corrente, dall’alto del ponte, un pompiere tentava di aiutarli urlando cosa fare.
“State insieme, fate massa, abbracciatevi“- gridava disperato. Tuttavia, la forza della piena è stata irresistibile e l’acqua se li è portati via. Da allora non si hanno più notizie dei giovani, nonostante l’imponente dispiegamento di soccorritori.
La procura di Udine ha aperto un’inchiesta per chiarire le circostanze dell’accaduto, con l’intento di fare luce sui dettagli più oscuri di quello che si prospetta essere un dramma. Chi ha assistito agli ultimi momenti prima che i 3 giovani scomparissero tra le torbide acque del fiume, ha bene impressa nella mente l’immagine struggente dei ragazzi che, in preda all’angoscia e alla paura, si abbracciavano.
L’immagine di quell’abbraccio rimarrà impresso a lungo nella memoria di tutti. Simbolo di un legame indissolubile e di grande attaccamento alla vita poco prima che si verificasse il peggio. L’università che frequentano ha espresso la propria vicinanza ai familiari, sospendendo le attività didattiche in segno di rispetto e solidarietà.
Le autorità locali invitano chiunque abbia informazioni utili a farsi avanti. Ogni dettaglio può essere cruciale per ricostruire la dinamica degli eventi e ritrovare i giovani. La tensione è palpabile e il desiderio di avere risposte cresce di ora in ora. In queste situazioni di grande incertezza, la speranza e la solidarietà giocano un ruolo fondamentale. La comunità continua a pregare e a sperare in un miracolo, nella speranza che i tre ragazzi possano essere ritrovati sani e salvi.