In Italia, il sistema educativo è regolato da due enti principali: il Ministero dell’Istruzione e del Merito e il Ministero dell’Università e della Ricerca, che operano in conformità con la forma giuridica delle istituzioni educative (scuole pubbliche, scuole paritarie, scuole private).
La formazione professionale, invece, è gestita dalle singole Regioni. L’obbligo scolastico è fissato a 10 anni e coinvolge gli studenti di età compresa tra i 6 e i 16 anni. Nel contesto del XXI secolo, la normativa sull’istruzione in Italia spazia su diversi ambiti del diritto, tra cui il diritto amministrativo, il diritto del lavoro e il diritto costituzionale, riflettendo la complessità e l’importanza del settore educativo nel paese.
Il sistema scolastico italiano è strutturato in diversi livelli educativi che coprono l’intero percorso formativo, dall’infanzia all’età adulta. A partire dall’anno scolastico 2024-2025, entra in vigore una riforma dell’istruzione che include l’introduzione di nuovi percorsi formativi orientati alla professionalizzazione.
L’obiettivo di tali percorsi è fornire agli studenti le competenze necessarie per inserirsi rapidamente nel mondo del lavoro una volta completati gli studi. Le novità introdotte riguardano principalmente due ambiti: la riforma degli istituti tecnici e professionali e l’avvio del nuovo liceo “made in Italy”, una direzione fortemente sostenuta dal governo Meloni. Nella riforma degli istituti tecnici e professionali, la durata del percorso viene ridotta a 4 anni, con la possibilità di un ulteriore biennio di specializzazione presso gli ITS.
Ma a suscitare grande scalpore in queste ore è soprattutto una clamorosa decisione del governo per le scuole. Il decreto è stato appena approvato e ha davvero del clamoroso. Si tratta di una vera e propria rivoluzione per il mondo della scuola: scopriamo tutti i dettagli nella pagina successiva.