Dal 2026, il 4 ottobre tornerà a essere una festività nazionale a tutti gli effetti. Dopo quasi cinquant’anni di assenza, la solennità di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, sarà nuovamente inserita nel calendario civile, equiparata alle principali festività come il Natale o il Primo Maggio.
La proposta, promossa dal gruppo Noi Moderati con il deputato Maurizio Lupi come primo firmatario e appoggiata da un ampio schieramento che include Fratelli d’Italia e Forza Italia, ha ormai completato il suo iter in Commissione ed è attesa in Aula alla Camera il prossimo 18 settembre. Il testo gode di un consenso trasversale e il suo passaggio al Senato, previsto a breve, non dovrebbe incontrare ostacoli.
La nuova legge non si limita a istituire un giorno di riposo – con la chiusura di scuole, uffici pubblici e attività private – ma intende promuovere i valori universali legati alla figura del santo. Il testo invita espressamente scuole e enti locali a organizzare, in quella data, iniziative e momenti di riflessione dedicati alla pace, al dialogo, alla fraternità, al rispetto per l’ambiente e per ogni forma di vita.
Il ritorno di questa festività segna la fine di un’assenza durata 48 anni: nel 1977, infatti, la festa di San Francesco fu rimossa dal calendario civile per ragioni di natura economica, restando una ricorrenza esclusivamente religiosa. Il ripristino del 4 ottobre come festa nazionale rappresenta un riconoscimento dell’immenso valore storico, culturale e spirituale di San Francesco, figura simbolo di ecologia integrale, dialogo e pace, i cui insegnamenti appaiono oggi più attuali che mai.
Sebbene la legge entrerà in vigore nel 2026, il primo effettivo giorno di festa sarà nel 2027, poiché il 4 ottobre del 2026 cade di domenica. Il gesto, oltre che simbolico, mira a rafforzare l’identità nazionale attraverso la celebrazione di valori universali, allineandosi a una più ampia riscoperta delle radici storiche e culturali nel panorama europeo.