I messaggi inviati da Pamela nell’arco temporale in cui subiva la forza di Soncin, chiedevano in modo esplicito e immediato di chiamare la polizia. Francesco Dolci suo ex rfidanzato non ha perso un secondo: lui stesso ha chiamato le forze dell’ordine e avvisò che l’uomo, Gianluca Soncin, stesse facendo del male alla ragazza. Dopo aver riattacato la linea, si è precipitato in auto verso Milano, ma quando arrivò nell’appartamento, era ormai troppo tardi per la 29enne.
Soncin nel frattempo era riuscito ad entrare usando una copia della chiave che aveva ottenuto con l’inganno pochi giorni prima, fingendo di non star bene per poter accedere all’abitazione di Pamela mentre lei era a Strozza dalla famiglia. Il gesto che le è costato la vita è stato l’epilogo di un incubo quotidiano che aveva isolato la giovane da tutti, comprese le amiche e persino il lavoro. La vita di Pamela era diventata quella di una reclusa, incapace di truccarsi o di usare i social per la gelosia di Soncin.
A lungo, la giovane era rimasta legata a lui, non per amore, ma per la paura che potesse fare del male alla sua famiglia, in particolare alla sorella incinta.
Il lungo periodo di tensione era stato scandito anche da episodi ancora più oscuri. Dopo unodegli episodi a sfondo intimo subito contro la sua volontà, nel maggio dell’anno precedente, Pamela era rimasta incinta, decidendo poi di interrompere la gravidanza per non avere un figlio da quell’uomo.
In un’altra occasione, all’Isola d’Elba, Soncin aveva tentato di colpirla con un oggetto contundente, cercando di buttarla dal balcone di una camera d’albergo, venendo fermato solo dall’intervento della sicurezza. Oggi resta il ricordo di una vita interrotta e il rimpianto di Francesco Dolci per non aver seguito l’istinto e aver agito prima.
Dalla sua testimonianza, però, emerge un appello alla società: è fondamentale chiamare la polizia per prevenire un dramma come quello che ha spento la vita della 29enne di Strozza.