A Sant’Omobono Terme, nel giardino della villa con piscina, l’aria è ferma, quasi a trattenere un respiro che non è mai uscito. Qui, in un’estate di qualche anno fa, la 29enne Pamela Genini aveva incontrato Francesco Dolci, colui che sarebbe diventato l’ex fidanzato e l’ultimo contatto con la realtà prima che tutto precipitasse.
Sul marmo umido della notte, il telefono di Francesco si accese all’improvviso, illuminando il velo di normalità che, in quel momento, la ragazza di Strozza sentiva di aver finalmente ritrovato.Solo pochi minuti prima, a Milano, Pamela era “tutta contenta”. Aveva appena rotto le catene di una relazione tossica, dopo mesi scanditi da paura e isolamento, bloccando ogni contatto con Gianluca Soncin.Per la giovane, l’aveva raccontato a Francesco, i recenti colpi di sole erano stati un vero simbolo di rinascita.
Stava organizzando la sua fuga a Lugano per studiare psicologia, decisa ad aiutare sé stessa e gli altri a superare il segno lasciato dalla violenza subita. Francesco l’aveva messa in guardia, suggerendole di partire prima di compiere quel passo definitivo, ma lei non aveva voluto aspettare. Quando arrivò la chiamata, era ormai troppo tardi.
Al di là della cornetta, il mondo ovattato di Pamela si squarciò: non si udivano più le sue parole di liberazione, ma solo un grido straziante che chiedeva aiuto.Il brusio, il fiato che si interrompe e poi, il silenzio, così denso da tagliare la linea telefonica con l’ex fidanzato.
Nonostante la chiamata fosse caduta nel terrore, i messaggi sul telefono di Francesco continuavano ad arrivare in sequenza serrata. Quei testi disperati, inviati nel buio più totale, contenevano un’istruzione precisa, l’ultima richiesta di aiuto della 29enne. Nella pagina successiva tutti gli altri dettagli. I messaggi inviati da Pamela nell'arco temporale in cui subiva la forza di Soncin, chiedevano...