Gué Pequeno svela cosa gli è successo all’occhio (2 / 2)

Cosimo Fini, noto con il nome d’arte Gue, è uno dei rapper più acclamati e influenti della scena musicale italiana. Ma dietro il suo successo si cela una storia di sfide, determinazione e resilienza. Figlio del giornalista Marco Fini, Gue non ha avuto un’infanzia facile. Fin dai primi anni dell’adolescenza, è stato vittima di episodi di bullismo. Il motivo?

Una condizione fisica che lo ha reso oggetto di scherno e emarginazione: la ptosi palpebrale, un difetto muscolare che gli impediva di aprire completamente un occhio .Questo tratto distintivo lo ha reso bersaglio di pregiudizi e derisioni, portandolo all’emarginazione e all’isolamento.

Tuttavia, la sua storia prende una svolta significativa durante gli anni del liceo. In un’intervista rivelatrice a Radio Deejay, Gue ha condiviso un momento di trasformazione personale: “Ero molto particolare, introverso… non timido, ma introverso, avevo un occhio chiuso. Il cambiamento è avvenuto nei primi anni di liceo, sono diventato amico di personaggi giusti… gente che faceva brutto, bruttissimo. Mi hanno preso in simpatia e da lì è partita l’escalation”.

Questa fase cruciale della sua vita ha segnato l’inizio di un percorso di crescita e autodeterminazione. Trovando sostegno e accettazione in un circolo sociale più inclusivo, Gue ha trovato la forza di abbracciare la propria unicità e trasformare le esperienze negative in fonte di ispirazione e creatività.

La sua musica riflette la complessità della sua esperienza personale, mescolando liriche intense e ritmi incalzanti con una profonda riflessione sulle sfide e le gioie della vita. Attraverso il suo percorso di crescita personale e il successo professionale, continua a ispirare e motivare coloro che si trovano ad affrontare le difficoltà della vita con coraggio e determinazione.