A diciotto anni dal delitto di Chiara Poggi, il caso di Garlasco torna sotto i riflettori. Gli ultimi esami genetici disposti nell’ambito dell’incidente probatorio – conclusosi il 26 giugno 2025 – sembrano rafforzare la posizione dell’unico condannato, Alberto Stasi, mentre aprono nuove ombre sull’inchiesta parallela che coinvolge Andrea Sempio.
Nel marzo 2025, la Procura di Pavia ha riaperto il fascicolo per il delitto di Chiara Poggi, notificando un avviso di garanzia ad Andrea Sempio con l’accusa di delitto volontario in concorso. A chiamarlo in causa sarebbe un’impronta palmare – la “33” – rinvenuta vicino al corpo della ragazza.
Un’ombra mai del tutto dissipata, già al centro di perizie nel 2016 e di recenti servizi televisivi. Inoltre, all’attenzione degli inquirenti il materiale genetico rinvenuto sotto le unghie della Poggi, attribuibile dopo alcune perizie proprio all’indagato. La famiglia Poggi ha più volte espresso fiducia nella condanna di Stasi, ma le pressioni mediatiche e l’attività dei consulenti privati stanno spingendo verso una nuova lettura del caso.
I campioni prelevati dai rifiuti di casa Poggi – piattini, barattoli, sacchetti – hanno restituito, per ora, un risultato chiaro: nessuna traccia di DNA riconducibile ad Andrea Sempio, ma solo profili genetici di Chiara e di Alberto Stasi. Su 22 campioni analizzati, 11 sono risultati illeggibili, mentre i rimanenti non hanno evidenziato contaminazioni sospette.
Il 4 luglio prossimo è fissato un nuovo confronto tra periti per verificare l’attendibilità delle tracce rilevate. E’ di queste ora una clamorosa rivelazione dell’ex comandante dei Ris di Parma Luciano Garofano. “E’ evidente che il colpevole è…“: scopriamo tutti i dettagli nella pagina successiva.