Garlasco, spunta un manoscritto del 2014: c’è un altro DNA (1 / 2)

Garlasco, spunta un manoscritto del 2014: c’è un altro DNA

Il risveglio di una tranquilla cittadina di provincia può essere scosso da ombre che non accennano a svanire, nemmeno dopo quasi vent’anni. Tra i viali alberati di Garlasco, il ricordo di quel mattino d’agosto del 2007 rimane una ferita aperta, un enigma che continua a interrogare le aule di tribunale e l’opinione pubblica.

Mentre il tempo sembrava aver sigillato il destino dei protagonisti, un documento inaspettato è riemerso dall’oscurità del passato. Non si tratta di una semplice testimonianza, ma di un manoscritto datato 2014, rimasto finora lontano dai riflettori e capace di proiettare una luce diversa sull’intera vicenda.L’atmosfera si fa tesa quando la scienza decide di sfidare le sentenze già scritte.

Vecchie tracce, conservate con cura certosina nei depositi giudiziari, sono state sottoposte a un nuovo esame, cercando risposte laddove un tempo regnava l’incertezza tecnologica.Il protagonista di questa lunga odissea giudiziaria, Alberto Stasi, osserva da lontano mentre i suoi legali giocano una carta decisiva.

Al centro della nuova battaglia legale non c’è solo la memoria, ma la struttura stessa della materia: il DNA prelevato sulla scena del crimine.In questo scenario di sospetti mai sopiti, ogni dettaglio può diventare il fulcro di un cambiamento improvviso. Una perizia rimasta nel cassetto per un decennio promette di scardinare le certezze su cui si è basata la condanna definitiva.

L’attenzione si sposta ora su un profilo genetico che non sembra appartenere a chi è già dietro le sbarre, aprendo la strada a un clamoroso colpo di scena che potrebbe riscrivere la storia di uno dei casi più celebri d’Italia.