Garlasco, spunta un manoscritto del 2014: c’è un altro DNA (2 / 2)

Le ultime novità sul Delitto di Garlasco ruotano attorno a un’udienza cruciale per l’incidente probatorio, durante la quale è emerso un manoscritto del 2014 redatto dal genetista Pasquale De Stefano.

In questo documento, l’esperto metteva in dubbio che il materiale genetico rinvenuto sotto le unghie di Chiara Poggi appartenesse con certezza ad Alberto Stasi.Secondo quanto analizzato dai consulenti della difesa, le nuove tecniche avrebbero isolato tracce riconducibili a un altro profilo, quello di Andrea Sempio, un giovane che all’epoca dei fatti gravitava nella cerchia di amicizie della Poggi.

Questa rivelazione ha spinto la difesa di Stasi a richiedere con forza una revisione del processo, puntando sull’incompatibilità dei nuovi dati con la sentenza passata in giudicato.

Il lavoro dei Carabinieri e degli inquirenti viene dunque rimesso sotto la lente d’ingrandimento, focalizzandosi su quel DNA che per anni è stato considerato la prova regina. Il manoscritto di De Stefano suggerisce che la quantità di materiale genetico fosse troppo esigua per una attribuzione univoca, aprendo scenari finora ignorati.

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Attualmente, Alberto Stasi sta scontando la sua pena nel carcere di Bollate, ma l’emergere di questi elementi potrebbe portare a una clamorosa riapertura del caso. La magistratura dovrà ora valutare se queste gravissime incongruenze siano sufficienti a invalidare le conclusioni raggiunte anni fa e se sia necessario procedere con un nuovo esame del materiale biologico. Vedremo che cosa accadrà nelle prossime settimane quando la Procura si esprimerà sul da farsi.