A diciassette anni dal delitto di Garlasco, la vicenda giudiziaria non smette di riservare sorprese. Negli ultimi giorni, infatti, la Procura ha acceso i riflettori su presunte anomalie nelle indagini che nel 2017 avevano portato all’archiviazione del fascicolo a carico di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima.
Al centro dell’inchiesta c’è l’ex procuratore di Pavia Mario Venditti, indagato per corruzione in atti giudiziari: secondo l’accusa, avrebbe ricevuto denaro per favorire l’archiviazione, in un contesto segnato da presunti contatti con la famiglia Sempio. Le perquisizioni hanno riguardato non solo l’abitazione di Venditti, ma anche quelle di ex inquirenti e parenti di Sempio.
Un passaggio cruciale, che potrebbe riaprire scenari investigativi finora mai consolidati. Mentre i legali si scontrano a colpi di dichiarazioni e accuse incrociate, soprattutto nei talk show, resta l’amarezza della famiglia Poggi, ancora in attesa di una verità processuale che metta fine a un giallo.
Parallelamente, prosegue l’incidente probatorio disposto per chiarire la natura di alcune tracce biologiche rinvenute sul corpo di Chiara Poggi, tra cui profili di DNA maschile attribuiti in passato allo stesso Sempio. Il giudice ha concesso una proroga di 70 giorni agli esperti incaricati, chiamati ad approfondire tanto le analisi genetiche quanto quelle dattiloscopiche.
A tal proposito, spunta proprio in queste ore l’ennesimo colpo di scena che potrebbe riaprire nuovi scenari sul caso. Arrivano le prime risultanze ufficiali sull’esame delle tracce biologiche, in particolare il Dna ritrovato sotto le unghie di Chiara. “Il Dna è…”: scopriamo tutti i dettagli nella pagina successiva. Un frammento di materiale genetico, a lungo considerato marginale, potrebbe rivelarsi la chiave per riaprire...