La prematura scomparsa di Paolo Mendico, 14 anni, ha scosso profondamente la comunità di Santi Cosma e Damiano, in provincia di Latina. Il ragazzo, studente dell’istituto tecnico “Pacinotti” di Fondi, si è tolto la vita nella notte tra il 10 e l’11 settembre, poche ore prima dell’inizio del nuovo anno scolastico.
Un gesto estremo che ha aperto interrogativi sulle dinamiche che lo hanno preceduto e sull’ambiente in cui Paolo viveva e studiava. Secondo i genitori, Paolo da anni era oggetto di scherno dei bulli. Fin dalla quinta elementare avrebbe subito prese in giro, insulti e discriminazioni legate al fisico, alla voce e al modo di essere.
Lo chiamavano “Paoletta”, “femmina”, “Nino D’Angelo”, soprannomi che lo facevano soffrire e che, secondo la famiglia, avrebbero minato la sua autostima. I genitori sostengono di aver più volte segnalato episodi alla scuola e ai genitori dei compagni, senza però ottenere risposte efficaci. La dirigente scolastica respinge parte delle accuse, sostenendo che non sarebbero mai arrivate denunce formali su episodi specifici.
Intanto il Ministero dell’Istruzione ha avviato ispezioni per verificare eventuali responsabilità degli istituti frequentati da Paolo. La Procura di Cassino ha aperto un’inchiesta, in collaborazione con la Procura dei minori, per valutare se vi siano estremi di reato.
Nelle scorse ore è stata organizzata una fiaccolata per Paolo, che ha visto una larga partecipazione del suo piccolo paesino di origine. Tra i tanti presenti c’era anche un suo amico, uno di quelli che gli è stato sempre vicino. Le sue parole sono un colpo al cuore: “Io ero l’unico…”: ecco tutti i dettagli nella pagina successiva.
Centinaia di persone, unite in un silenzio carico di rabbia, hanno partecipato alla fiaccolata in...