Fegato ingrossato: sintomi, cause, dieta e cosa mangiare (2 / 2)

Il fegato ingrossato consiste nell’aumento del volume del fegato; è una condizione comune a molte malattie, e non necessariamente di natura patologica, che si può manifestare anche in modo del tutto asintomatico. Solo quando la condizione è davvero grave il paziente dichiara malessere generale, pesantezza e dolore addominale, ittero, colorazione gialla della cute, della lingua e degli occhi. In effetti, di solito è il medico nel corso di una comune visita ad accorgersi dell’ingrossamento dell’organo con la palpazione. L’epatomegalia può essere steatosica (legata ad accumuli di grasso), infiammatoria di tipo virale, congestizia come conseguenza di scompenso cardiaco, e infiltrativa come conseguenza di un tumore. Il medico effettua la diagnosi dopo aver fatto l’esame clinico, attraverso le manovre palpatorie; ed ancora dai risultati dell’ecografia e degli esami del sangue.

Come abbiamo anticipato, spesso un fegato ingrossato non dà alcun segno sintomatologico evidente ad eccezione di quando il suo volume cresce in maniera rapido ed evidente tanto da provocare dolore nella zona addominale, anche a seguito di palpazione. Questa può essere associata ad una evidente colorazione giallastra della cute, della lingua e degli occhi (ittero).Come conseguenza il soggetto può soffrire di acidità di stomaco, gastrite, reflusso gastroesofageo, pesantezza addominale, febbre, mal di testa, mal di schiena, presentare i linfonodi ingrossati, avere la bocca amara, pressione alta, urine scre, affaticamento, eccessiva sudorazione e avvertire prurito. In alcuni casi l’ingrossamento del fegato può essere associato a perdita di peso, nausea, vomito e inappetenza.

La forma del corpo, il peso e il sesso possono influenzare le dimensioni del fegato, dunque quando il medico farà la diagnosi dovrà tenere conto di questi fattori. Tra le cause più comuni del fegato ingrossato troviamo l’eccessivo accumulo di grasso nel fegato (stenosi epatica), l’alcolismo, le infezioni virali (epatite, mononucleosi), la cirrosi, l’eccessivo accumulo di ferro nell’organismo (emocromatosi), l’abbassamento dei livelli di potassio, l’uso di droghe, i rapporti sessuali non protetti, l’obesità, una dieta non equilibrata che predilige grassi, tatuaggi e piercing eseguiti senza rispettare le norme igienico-sanitarie, l’eccessiva assunzione di farmaci antinfiammatori e antidolorifici, le malattie autoimmuni, i tumori.

Altre cause vanno ricercate nelle malattie metaboliche (amiloidosi, glicogenosi tipo II e tipo IV), nelle malattie da accumulo lisosomiale, nelle emopatie e linfomi (leucemia mieloide e linfatica cronica), nelle anemie, nella formazione di linfomi, nelle malattie biliari. Chi ha il fegato ingrossato deve innanzitutto migliorate o cambiare il proprio stile di vita eliminando i fattori che aumentano il rischio. Per questo motivo bisogna smettere di fumare, abolire gli alcolici, ridurre all’essenziale di farmaci se non sono indispensabili. Oltre a cambiare e modificare stile di vita proviamo a capire quali sono gli alimenti da evitare e quelli da integrare nella dieta.

Bisogna innanzitutto evitare le fritture, i formaggi e le carni grasse, le salse, gli insaccati, piselli e pomodori, le spezie, la frutta secca, i dolci, il vino, gli alcolici e i prodotti industriali con conservanti; limitare i condimenti, gli zuccheri e le farine raffinate, il consumo di caffeina, le uova, il cavolo; preferire carni bianche e pesce azzurro se cotte ai ferri o lessate, proteine vegetali, consumare cibi ricchi di potassio, pasta, riso, legumi, latte scremato, yogurt, patate, carciofi, asparagi, barbabietole, olio extra vergine di oliva come condimento a crudo. È importante non dimenticare di bere almeno 2 litri di acqua al giorno.

La funzione di piante ed erbe, in questi casi, è attivare i processi di diuresi e di disintossicazione. A tale fine, possono essere ideali l’assunzione di tisane a base di aloe vera, sale nero, zenzero, carciofo, tarasco, ginseng. È possibile anche fare un decotto a base di bardana o di gokulakanta (Hygrophila auriculata), una radice ideale per il trattamento di problemi epatici. Per prepararlo bisogna mettere 60 gr della radice in mezzo litro di acqua e fare bollire. Affinché sia efficace bisognerà bere circa 60 ml di questo infuso 2 o 3 volte al giorno. Anche bere acqua calda e limone al mattino a digiuno contribuisce a depurare il fegato. Utili possono essere anche i fiori di Bach, erba d’orzo, il succo di carota, l’estratto di carciofo.