Un caso davvero macabro, degno di un film horror, ma tremendamente reale, quello del povero 35enne Alessandro Venier, uno di quelli che fa rabbrividire, che lascia senza parole anche coloro che dicono di non suggestionarsi. Il suo corpo, fatto a pezzi, è stato rinvenuto ieri, 31 luglio, in una autorimessa.
E’ qui che, dopo il delitto, consumatosi giorni fa, è stato nascosto. Di colpo, Gemona del Friuli, esattamente via dei lotti, nella borgata di Taboga, è divenuto teatro di una scena criminis che ha scosso il mondo della cronaca nazionale.
I carabinieri, cui loro stesse hanno chiamato, hanno arrestato la madre e la compagna del Venier, originaria della Colombia. Un delitto agghiacciante, quello di questo 35enne, che di ora in ora si arricchisce di dettagli altrettanto macabri e sconvolgenti, man mano che gli inquirenti mettono assieme tutti i tasselli.
Fa accapponare la pelle quello che, dopo la mattanza, gli è stato fatto, sino ad occultarne il corpo nell’autorimessa. Mentre gli inquirenti stanno facendo luce su questa sconcertante vicenda, ci si pone, in particolare, una domanda, in attesa che gli accertamenti medico-scientifici chiariscano molti punti oscuri che ruotano attorno a questo caso.
Cosa volevano farci mamma e compagna del corpo fatto a pezzi di Alessandro Venier? Vediamo insieme, nella seconda pagina, quello che è venuto fuori, sulla base degli ultimissimi aggiornamenti diramati a mezzo stampa.