
Salita alla ribalta solo in queste settimane, la vicenda della famiglia Birmingham viveva una fase concitata e piena di incertezze già un anno fa. In queste ore è riemerso un episodio che sta facendo molto riflettere. La madre dei bimbi, Catherine, prese i 3 figli e si allontanò dalla comunità locale e partì lontano per Bologna.
Questa scelta improvvisa segnò l’inizio di una lunga fase di incertezza e di tensione con le autorità. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti e riportato dal quotidiano, la donna temeva che i servizi sociali potessero intervenire e portare via i figli, un timore che, come si è poi scoperto, aveva radici reali. Dopo la partenza verso Bologna, si aprì una complessa fase investigativa.
Gli assistenti sociali e la procura dovettero monitorare costantemente gli spostamenti della famiglia, mentre a Palmoli restava il padre, Nathan, determinato a proteggere la moglie e a gestire la situazione da remoto. Le comunicazioni tra i coniugi e le autorità furono contraddittorie.

Nathan dichiarava di aver lasciato la moglie e i figli in Inghilterra, mentre Catherine, attraverso email inviate ai carabinieri a metà novembre, affermava di non voler rivelare la posizione della famiglia, giustificando la scelta con la paura di perdere i bambini. Un avvocato tentò di ricondurre i genitori a un confronto con le istituzioni, ma ogni invito al dialogo restò senza risposta. Secondo Catherine e Nathan, la fuga era l’unica soluzione per proteggere l’integrità familiare.
Evitarono contatti diretti con i servizi sociali e continuarono a spostarsi per non essere localizzati, rendendo estremamente complessa la gestione del caso. Il punto di svolta arrivò durante le festività natalizie: Catherine indicò un indirizzo preciso a Valsamoggia, Bologna, e fece ritorno al casolare tra i boschi. La speranza era forse quella di poter affrontare il procedimento dei servizi sociali in condizioni migliori, ma la realtà confermò la complessità della vicenda.