Famiglia nel bosco, la decisione estrema della mamma (1 / 2)

Famiglia nel bosco, la decisione estrema della mamma

Continua a far discutere il caso della coppia anglo-australiana che ha scelto di vivere con i loro tre bambini in un casolare isolato nei boschi di Palmoli, in provincia di Chieti. Senza utenze classiche come acqua corrente o elettricità, la famiglia è autosufficiente: l’acqua arriva da un pozzo, l’energia da pannelli solari, e il riscaldamento è garantito da stufe a legna.

Il Tribunale per i minorenni dell’Aquila ha disposto l’allontanamento dei tre figli, collocandoli in una casa famiglia. La sospensione della potestà genitoriale si è basata, secondo i giudici, su rischi legati all’abitazione e sull’assenza di opportunità di socializzazione adeguate per i bambini. Questo provvedimento ha scatenato un acceso dibattito sul bilanciamento tra libertà di stile di vita e responsabilità educativa.

I genitori si dichiarano profondamente amareggiati. L’avvocato della famiglia contesta le motivazioni del tribunale, denunciando “falsità” nelle accuse di inagibilità e isolamento. La vicenda è entrata nel dibattito pubblico e politico. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha definito l’allontanamento un “atto grave” e ha ipotizzato l’invio di ispettori.

Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha parlato di “sequestro indegno” denunciando un’ingerenza dello Stato nelle scelte educative dei genitori. Nel frattempo, molte persone si sono mobilitate online: una petizione per mantenere unita la famiglia ha raccolto decine di migliaia di firme.

Secondo il legale della famiglia, i bambini sono “scossi ma forti”: consapevoli di quello che stanno vivendo perché i genitori li hanno sempre informati su ogni passaggio. Il padre, Nathan, ha annunciato di volersi ritirare dal dialogo mediatico, dichiarando “basta dichiarazioni”. La madre, invece, si è resa protagonista di una decisione a dir poco estrema. “Ora basta…”: ecco tutti i dettagli nella seconda pagina.