Epatite, la patologia che ha colpito Giorgio Armani: ecco i sintomi a cui prestare attenzione (2 / 2)

Giorgio Armani, scomparso il 4 settembre, aveva raccontato solo in un secondo momento un capitolo delicato della sua vita: l’epatite contratta nel 2009 a seguito dell’assunzione di integratori presi prima della palestra.

Una vicenda rimasta per lungo tempo riservata, emersa soltanto quando lo stilista decise di parlarne per fermare le speculazioni sul suo stato di salute. La riduzione della sua presenza pubblica – dagli appuntamenti mondani come Cannes alle partite della sua Olimpia Milano – aveva infatti alimentato interrogativi.

Per questo arrivò un comunicato ufficiale: Armani spiegò di essere in fase di recupero dopo “una forma di epatite da intossicazione”, chiarendo che il lavoro in azienda non si era mai interrotto e che lui stesso continuava a guidarne ogni scelta creativa e manageriale.

All’epoca, 75enne, aveva l’abitudine di bere quotidianamente un bicchierino di integratori prima di allenarsi. Anni dopo, in un’intervista al Wall Street Journal, confessò che il suo medico gli aveva intimato di smettere immediatamente con quelle sostanze: «Liberati di tutta quella m… che stai bevendo». Senza però rivelare di che prodotto si trattasse.

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Nel 2024, in un colloquio con Vanity Fair, Armani aveva invece mostrato un volto più intimo e vulnerabile, parlando di notti insonni e di un rapporto difficile con il passare del tempo: «Ho dovuto imparare a stare al gioco del tempo. Non puoi fare altro». Il caso dello stilista riaccende l’attenzione sui rischi legati agli integratori.

L’epatotossicità può manifestarsi con sintomi lievi – perdita di appetito, nausea, dolori muscolari – ma nei casi più gravi porta a ittero, prurito ed eritemi, fino a complicanze potenzialmente letali. Gli esperti ribadiscono quindi una regola semplice ma essenziale: mai assumere integratori senza consultare il proprio medico e affidarsi solo a prodotti certificati. Perché la prevenzione, come dimostra la storia di Armani, resta l’arma più efficace contro i danni nascosti di sostanze apparentemente innocue.