L’ultimo rapporto RespiVirNet appena pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità, ci mette in evidenza quanto la polmonite stia colpendo i bimbi al di sotto dei cinque anni di età e i pazienti fragili. Specialmente per gli anziani, colpiti da patologie plurime, il pericolo è che il loro quadro clinico possa peggiorare.
I pronto soccorso stanno facendo i conti con un numero elevato di pazienti con complicazioni respiratorie e vi è una grossa difficoltà nel distinguere tra una tosse persistente post-influenzale e una polmonite in fase iniziale.
E’ proprio la tosse, dunque, il sintomo cui prestare attenzione e sul quale occorre fare la diagnosi differenziale, tramite gli opportuni accertamenti strumentali, proprio per evitare di prendere sottogamba la stessa, con una degenerazione della patologia.
Maggiormente a rischio i pazienti anziani, nei fragili con patologie croniche o con alterazioni del sistema immunitario e nei bambini al di sotto dei 5-6 anni d’età , nei quali la sintomatologia severissima può portare ad un affollamento delle strutture d’emergenza ed a un aumento dei ricoveri ospedalieri per varie complicanze. Lo strumento maggiormente protettivo è quello vaccinale, per difendersi da virus influenzali, ma anche altri patogeni come il Virus Respiratorio Sinciziale, responsabile di gravi manifestazioni cliniche nelle popolazioni a rischio.
Ovviamente le polmoniti possono comportare conseguenze pesantissime, ragion per cui attenzione alla tosse, oltre a numerosi altri segnali che non possono e non devono essere ignorati per non incorrere in un peggioramento della patologia che, nei casi peggiori, può comportare il decesso, trattandosi di un’emergenza sanitaria.