“È vietato dalla legge”. La notizia sul decesso del piccolo Leonardo di 2 anni (2 / 2)

Il fatti si è consumato nella sua interezza, portando alla scomparsa del piccolo Leonardo Ricci, un evento che ha scosso profondamente la comunità.Sulla scrivania degli investigatori, l’accusa formalizzata è quella di delitto colposo. L’indagine, al momento, si concentra su tre punti fondamentali da chiarire: l’operato delle maestre, l’esistenza di controlli di sicurezza adeguati e, non da ultimo, la tempestività dei soccorsi.

Il nodo cruciale di tutta la vicenda, tuttavia, è quel laccio. La sua presenza sulla felpa del bimbo è, infatti, vietata dalla legge. La normativa di riferimento, in vigore da almeno dieci anni, è estremamente chiara e impone un rigore totale sui capi d’abbigliamento per l’infanzia.Come ha spiegato l’esperta Barbara Bertocci, direttrice creativa di Monnalisa, la norma è precisa: il cordino non deve sporgere o formare un anello in grado di impigliarsi, proprio per evitare rischi importanti.

Se l’uso di tali lacci è proibito, la loro persistenza sul mercato è spiegata con la circolazione di capi d’abbigliamento molto vecchi o riciclati, oppure con la produzione da parte di piccole realtà che non seguono gli stessi sistemi di controllo e certificazione delle grandi aziende.

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Il caso di Leonardo riporta con urgenza i riflettori su una questione di sicurezza che non ammette deroghe. Anche nel resto d’Europa da anni è vietato vendere abbigliamento per bimbi piccoli con lacci al collo (norma EN 14682) proprio per evitare sinistri simili a quello accaduto a Leonardo che ha perso la vita mentre giocava.

Nelle prossime ore si potranno conoscere eventuali dettagli su quanto avvenuto al piccolo Leonardo qualcosa di davvero importante che ha davvero sconcertato tutti quanti.