"È uno spettacolo mediatico". Garlasco l’annuncio dell’avvocato della famiglia Poggi: "È stato Alberto Stasi" (2 / 2)

Il delitto di Garlasco continua a riservarci clamorosi colpi di scena che, finiscono, inevitabilmente, sotto gli occhi della stampa e dei riflettori. Le risposte arrivate nell’aula di Pavia non hanno lasciato spazio a ulteriori interpretazioni, mettendo un punto fermo sulle speculazioni che avevano riacceso l’attenzione mediatica.

La perizia del professor Giardina, incaricato di analizzare il DNA di Andrea Sempio, ha stabilito che quei residui genetici non permettono di formulare nuove accuse o ipotesi alternative.Secondo quanto emerso dai risultati tecnici, il profilo isolato sotto le unghie di Chiara Poggi è troppo esiguo per essere attribuito con certezza al giovane sospettato dalla difesa di Stasi.

Le tracce biologiche analizzate sono state definite insufficienti, rendendo impossibile un legame diretto tra l’azione violenta e la presenza del nuovo indagato sulla scena dell’evento.Dure sono state le parole di Francesco Compagna, l’avvocato della famiglia Poggi, che prima di entrare in aula ha espresso un parere netto sulla direzione presa dal procedimento.

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Il legale ha parlato di un enorme spettacolo mediatico, ribadendo la ferma convinzione dei familiari riguardo alla responsabilità già accertata di Alberto Stasi nelle sedi competenti.Nonostante la presenza in aula dell’uomo condannato in via definitiva, che sperava in una svolta capace di riaprire il caso, i Carabinieri e la Procura hanno visto confermata l’impostazione originale.

Il tentativo di spostare l’attenzione su una figura esterna si è scontrato con il rigore scientifico, che non ha trovato prove concrete per alimentare il dubbio.L’udienza si è conclusa lasciando invariata la verità processuale, cristallizzando un quadro che vede ancora l’ex fidanzato come unico responsabile della tragedia di Garlasco. Le speranze della difesa di ottenere una revisione del processo si fanno ora più labili, mentre il velo di silenzio torna a calare su una vicenda che continua a dividere l’opinione pubblica.