Succede a tutti di essere alle prese, di tanto in tanto, con piccoli doloretti o fastidi che tendiamo ad imputare ad acciacchi dell’età o ad altre contingenze del caso. Sono disturbi apparentemente innocui, che spesso ignoriamo o sottovalutiamo, pensando che spariranno da soli senza necessità di intervento.
Questo atteggiamento di minimizzazione è comune, perché la vita frenetica ci porta a dare priorità ad altre questioni, relegando il sintomo a semplice fastidio passeggero. Magari giustifichiamo l’inconveniente imputandolo a una botta data da qualche parte e della quale non si ha memoria. È facile attribuire un dolore a cadute o sforzi fisici, anche quando questi non sono realmente avvenuti.
Questa tendenza a cercare cause “banali” ci induce a trascurare segnali che, invece, meritano attenzione. Il rischio è che ciò che appare superficiale possa nascondere problematiche più serie, soprattutto se il sintomo persiste o peggiora nel tempo. Tra le varie situazioni che possiamo incontrare, un esempio frequente è il dolore al piede.
Un disturbo che spesso attribuiamo semplicemente alle scarpe nuove, a tacchi troppo alti o a lunghe camminate, può rivelarsi più significativo di quanto pensiamo. Il piede è una struttura complessa, formata da ossa, articolazioni, tendini e legamenti, e qualsiasi piccolo squilibrio può tradursi in dolore localizzato.
Però, quello che inizialmente può sembrare un sintomo banale, come un fastidio leggero alla pianta o al tallone, potrebbe essere il campanello d’allarme di una patologia da non sottovalutare. Occorre agire tempestivamente prima che sia troppo tardi. “Potreste finire sotto i ferri…”: ecco tutti i dettagli nella pagina successiva.