Il disturbo ossessivo compulsivo (DOC) è un disturbo mentale, diffuso e cronico, detto anche sindrome ossessivo-compulsiva o nevrosi ossessiva. È caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni che si manifestano nelle quotidianità della persona che ne è affetta.
Le caratteristiche principali sono la ripetitività, la frequenza e la persistenza di un’azione e la sensazione che questa sia imposta e compulsiva, ovvero ripetitiva. Il soggetto, in breve, si sente obbligato ad agire o pensare in base alla manifestazione soggettive della patologia; sebbene queste azioni gli risultino sgradevoli ed intrusivi e cerchi di contrastarle, contrapporsi e di resistere ad esse non riesce a modificare il proprio comportamento e nemmeno a nasconderle.
A differenza del disturbo bipolare, che agisce sulla personalità e sull’umore del soggetto, questo tipo di disturbo influenza le azioni e i comportamenti che appaiono ripetitivi, controllati, obbligati e perfetti.
Può manifestarsi a qualsiasi età, sia nell’infanzia che nell’età adulta, con maggiore incidenza tra i 15 e i 40 anni.
I sintomi
Il disturbo ossessivo compulsivo è caratterizzato solitamente dalla presenza di ossessioni e compulsioni.
Le ossessioni sono pensieri, impulsi o rappresentazioni mentali incontrollabili, percepite dalla persona come sgradevoli o intrusive e determinano paura, disgusto o senso di colpa.
Le compulsioni, sono la risposta alle ossessioni. Questo disagio, infatti, innesca il meccanismo della ritualità dei gesti e dei comportamenti visibili o mentali che servono a neutralizzare o alleviare le ossessioni, anche se solo temporaneamente. Tuttavia, le compulsioni non eliminano le ossessioni, che possono aumentare o tornare dopo qualche tempo.
Sintomi tipici del disturbo sono: ansia, difficoltà a esprimere stati d’animo ed emozioni, preoccupazione per ogni cosa e persona, perfezionismo, senso di colpa se qualcosa va male, critica eccessiva e insoddisfazione, eccessiva dedizione al lavoro e riluttanza nel delegare gli altri, difficoltà a creare empatia con gli altri, scrupolosità, rigidità mentale ed etica, accumulazione di oggetti, avarizia.
Alcuni esempi
La nevrosi ossessiva viene spesso ed erroneamente definita dalle persone come “mania”. Il disturbo è stato classificato in disturbo ossessivo compulsivo da controllo, da contaminazione, da ordine e simmetria, da superstizione, da ossessioni aggressive, sessuali e religiose.
Esempi frequenti del disturbo sono il ripetere più volte una stessa azione come il lavarsi le mani o l’evitare di toccare oggetti di uso comune per paura di essere contaminati da germi e batteri o prendere una malattia (ipocondria); il toccarsi ripetutamente i capelli o mangiarsi le unghie; il contare, il controllare ripetutamente qualcosa per timore che non funzioni, non sia corretto o che si rompa; l’imporsi di pensare a cose positive e allontanare i brutti pensieri timore che avvenga qualcosa di grave; l’imporsi dei limiti specifici ad azioni come ad esempio fare una determinata cosa in un tempo prestabilito; la superstizione; il voler provare o dichiarare, anche mentalmente l’amore per il partner (DOC da relazione), o l’attrazione per il sesso opposto (DOC omosessuale) o per le persone adulte (DOC pedofilo) in cui si tende ad evitare i bambini per timore di essere considerati pedofili.
Le cause del Disturbo ossessivo compulsivo
Sulle cause che determinano questo disturbo psichiatrico ci sono ancora molti dubbi. Le ipotesi che sia legato a fattori ambientali e organici sono la risposta agli studi e dati rivelati sui soggetti che ne sono affetti. Si pensa che sul disturbo possano influire fattori genetici, eventi di vita traumatici o particolarmente stressanti ed ancora la presenza di altri disturbi mentali.
Il trattamento del DOC
Il disturbo ossessivo compulsivo può essere molto debilitante tanto da fare evitare al soggetto ambienti e situazioni che attivano l’ossessione e la compulsione; spesso il disturbo è talmente limitante e debilitante da far evitare o rifiutare completamente al paziente di avere una propria vita sociale o lavorativa.
Lo scopo della terapia farmacologica, associata a quella psichiatrica, è quella di ridurre gli effetti del disturbo e provare che non accade nulla se non si eseguono i rituali.
La cura farmacologica può includere l’uso di farmaci ansiolitici e antidepressivi per alleviare l’ansia e la depressione e per rendere i pazienti più collaborativi alle cure psichiatriche, cognitivo comportamentale.
La terapia Cognitivo Comportamentale consiste nel rieducare il paziente a interpretare i suoi pensieri e i suoi stati d’animo; nel superare le paure e le ansie lentamente, facendo affrontare gradualmente al paziente eventi e situazioni temuti mostrandogli che nulla di grave accade; eliminare i comportamenti di controllo, automatici, messi in atto per prevenire l’evento che si teme; la discussione e l’analisi di pensieri che provocano ansia e che fanno paura.