Deceduti da 16 anni, all’apertura dell’ossario i figli piangono a dirotto (1 / 2)

Deceduti da 16 anni, all’apertura dell’ossario i figli piangono a dirotto

Un padre e una madre  rappresentano le prime persone che i nostri occhi guardano, quando emettiamo il primo vagito. Sono le prime persone, il primo affetto, il nostro primo amore e vorremmo che fossero presenti per sempre, immortali.

Pur essendo normale che  i genitori lascino la dimensione terrena prima dei figli, non importa se siamo adulti o piccoli, né il trapasso sia giunto all’improvviso o dopo un lungo calvari, la reazione, dinnanzi al lutto,  è quella di impotenza, vuoto, solitudine, con molteplici e complesse emozioni che ci pervadono.

Quel che è certo è che, con il decesso dei genitori, perdiamo parte della nostra storia, parte di noi stessi e delle nostre radici, specie se con loro abbiamo, da sempre, un bellissimo rapporto, trattandosi di un legame affettivo imprescindibile, al di là delle difficoltà che ci possono essere state, dei litigi, dei giorni di silenzio, dal momento che questo avviene, bene o male, in tutte le famiglie.

È dunque facile, molto più di quanto si pensi, che dopo il decesso di un padre o di una madre, ci si senta, pur essendo adulti, come dei bimbi abbandonati, avendo voglia solo di piangere e pagheremmo tutto l’oro del mondo, pur di poterli riabbracciare, di poter ricevere i loro preziosi consigli, di poter pranzare o condividere la quotidianità con loro.

La storia di cui sto per parlarvi ha a che fare con due genitori deceduti da 16 anni. All’apertura dell’ossario, i figli hanno iniziato a piangere a dirotto ed il motivo è davvero assurdo. Vediamo insieme cosa è accaduto nella seconda pagina del nostro articolo.