
La notizia della sua scomparsa ha fatto rapidamente il giro dei social network, attraverso un commosso post del gruppo con cui condivideva palco e vita, The CereBros. Nato e cresciuto a Roma, Gigi aveva appena compiuto 31 anni a giugno. La sua era una vita fatta di passioni mai abbandonate: prima chef, poi attore.
«Me credevo fosse ‘na botta de sonno, invece era una neoplasia al cervello». Con questa frase, in stile tipica ironia romana, Luigi Martini – Gigi per tutti – aveva racchiuso l’inizio di una sfida impari. Questa si è conclusa a soli 31 anni, stroncato da un astrocitoma anaplastico.
Il saluto commosso del suo gruppo è un ritratto fedele dell’artista e dell’uomo: “Oggi un pezzo di noi va via per sempre. Con lui una parte della nostra storia e della nostra identità. Gigi era una persona pura, fin troppo, un gigante buono… era puro talento. Quello sguardo, quell’intensità e quei tempi comici… restano nelle nostre produzioni e nei cuori di tutti”.

Quando il brutto male lo colpì per la prima volta nel 2020, non si sottrasse alla realtà, ma scelse di farne narrazione. Attraverso i suoi profili TikTok e Instagram, i follower sono diventati compagni di viaggio in un percorso segnato da cure e ricoveri, ma anche da una contagiosa, ironica resilienza. La recidiva, arrivata nel 2024, non ha spento la sua vena creativa.
Ha continuato a sorridere, a scrivere, a progettare. La sua romanità genuina e la sua leggerezza sono racchiuse in un’ultima, deliziosa opera: il libro “A me gnocchi please”, una raccolta di ricette romane in rima. Oggi ciò che resta è il vuoto di un artista che ha avuto il coraggio di trasformare il proprio dolore in un atto di condivisione collettiva.