Il rinvio a giudizio della procura è terminato con non luogo a procedere, assolvendo il medico no vax Caggiano. Il gup ritiene che il dottor Caggiano, nell’ambito della propria autonomia clinica, abbi rilasciato certificazioni temporanee, revocabili, individualizzate nel rispetto della normativa vigente, osservando i criteri di adeguatezza terapeutica e consenso informato, così come i principi di precauzione e controindicazione.
Le motivazioni del gup hanno supportato quelle dell’ avvocato Alessio Morosin, difensore del medico, che era stato anche sospeso dall’Ordine, mentre l’Usl 3 aveva interrotto la convenzione, ritenendo che Caggiano abbia adottato un comportamento legittimo, anche alla luce di quanto stabilito da una circolare dell’agosto 2021 del ministero della Salute che regolava i certificati di esenzione, da una recente sentenza della Corte di giustizia europea e dalla Costituzione, in particolare nell’articolo 32 sul diritto alla salute e nell’articolo 13 sulla libertà personale della nostra Carta costituzionale.
Il ministero aveva infatti affermato che una vaccinazione non deve essere somministrata quando è presente una controindicazione, mentre la Corte Ue ritiene che il sanitario che nutre dubbi, in occasione del trattamento di un paziente, quando alla sicurezza o all’efficacia dei vaccini , resta libero di non raccomandarli o somministrarli.
Queste indicazioni, sia per il giudice, che per l’avvocato difensore del medico, ribadiscono «la libertà e la responsabilità professionale dei medici», sempre «fondate, come nei casi di specie, su valutazioni cliniche pertinenti e in scienza e coscienza».
Per il gup «la scelta non solo è legittima, ma rappresenta un dovere collegato alla funzione medica» e anche se la decisione fosse inopinabile, non può esserci falso, chiosando: «È stata un’aggressione ad un medico esemplare, amato dai suoi pazienti, ma ostacolato dall’Ordine».