Colpita a Milano, Vincenzo rompe il silenzio: la confessione (1 / 2)

Colpita a Milano, Vincenzo rompe il silenzio: la confessione

A Milano, il mattino vibra sulla superficie levigata di Piazza Gae Aulenti. Tra le torri di cristallo e i riflessi abbaglianti del sole, si svolge il rituale quotidiano della finanza e del lavoro, uno scenario di ordinaria e frenetica normalità.Anna Laura Valsecchi camminava a passo deciso. Manager di un ente regionale, si dirigeva verso l’ufficio, la borsa da lavoro con il computer stretta al fianco.

Il suo era un appuntamento con la routine, un giorno come tanti, ignara del pericolo inatteso che la stava per raggiungere.L’uomo si è avvicinato alle sue spalle, muovendosi nell’ombra dei grattacieli. Nessun avvertimento, nessun rumore in eccesso. Solo un’ombra che si condensa in un atto fulmineo.Tutto è accaduto in non più di tre secondi.

Con una borsa verde in una mano, l’uomo ha stretto l’oggetto da cucina con l’altra, compiendo un gesto rapidissimo, quasi meccanico, nel cuore della city.La donna, assorta nei suoi pensieri, si è accorta di qualcosa di assurdo soltanto dopo, quando il fastidio fisico si è fatto strada attraverso l’impermeabile. Un unico fendente, mirato con forza estrema, aveva lacerato la quiete di quella mattina.

Si è voltata, confusa e con il liquido ematico che fuoriusciva, e ha visto il responsabile allontanarsi a passo svelto. L’uomo è sparito dietro l’angolo della grande Torre B di Unicredit, lasciando una domanda assordante sospesa nell’aria: chi era quell’uomo, e perché aveva scelto di colpire lei in quel luogo simbolo del potere economico?

E soprattutto quali sono state le sue gustificazione per l’assurdo gesto compiuto proprio in quel punto strategico di Milano.