Colpita a Milano, Vincenzo rompe il silenzio: la confessione (2 / 2)

La risposta a quella domanda è arrivata dopo undici ore convulse di indagini coordinate dalla Procura di Milano. I Carabinieri hanno rintracciato e bloccato il responsabile, un 59enne di nome Vincenzo Lanni. L’uomo ha subito ammesso gli addebiti, ricostruendo l’azione con fredda lucidità. Dietro il gesto non c’era una conoscenza pregressa, ma un forte risentimento covato per un decennio.

Il suo rancore nasceva, in parte, da un licenziamento subito nel 2016 da un’azienda di programmazione informatica. Un’insofferenza che si era stratificata nel tempo, culminando nella decisione di agire proprio in un luogo percepito come l’emblema del potere economico, come Piazza Gae Aulenti.

Il colpo, quindi, non era diretta personalmente alla manager Anna Laura Valsecchi, dirigente di Finlombarda. La donna è stata colpita in modo totalmente casuale; l’uomo voleva colpire il contesto, non la persona in sé. A permettere alle forze dell’ordine di chiudere il cerchio sono state le attività investigative che hanno portato al ritrovamento della giacca usata durante il fatto.

Chi era l’operaio che ha perso la vita nel crollo della Torre dei Conti a Roma Chi era l’operaio che ha perso la vita nel crollo della Torre dei Conti a Roma

Ma il dettaglio decisivo è arrivato dalla sfera privata: Vincenzo Lanni è stato riconosciuto e segnalato alle autorità dalla sua stessa sorella gemella. Al momento dei fatti, il 59enne era libero, avendo già espiato la sua pena, ed era inserito in una comunità di recupero per un percorso di reinserimento.

L’allontanamento forzato dalla comunità, avvenuto per cattiva condotta pochi giorni prima, si sarebbe aggiunto alla rabbia già esistente, spingendolo all’azione violenta. In merito alla donna colpita, una manager di Finlombarda, la società della Regione che accompagna lo sviluppo economico di imprese ed enti di ricerca, l’uomo ha specificato che non la conosceva e che l’ha colpita per mera scelta casuale, volendo colpire, attraverso lei, il contesto nel quale si trovava. Il fatto che la donna lavorasse all’interno del palazzo Unicredit è un fattore del tutto estemporaneo spiega il quotidiano Il Giorno.