"Che figuraccia". Sinner vince Wimbledon, ma tutti notano lo strano dettaglio (2 / 2)

Jannik Sinner ha scritto una pagina indelebile della storia del tennis italiano diventando il primo connazionale a vincere il prestigioso torneo di Wimbledon. Un momento epocale, un’impresa che ha acceso l’orgoglio nazionale e attirato l’attenzione internazionale.

Eppure, tra gli spalti gremiti e la tribuna d’onore del Centre Court, mancava qualcosa: lo Stato italiano. Nessun ministro, nessun ambasciatore, nessuna delegazione istituzionale ha presenziato al trionfo del giovane altoatesino. A rappresentare l’Italia c’erano solo i suoi familiari e il suo staff. Una scelta – o forse una dimenticanza – che stona con la portata storica dell’evento.

Mentre la Royal Box accoglieva il principe William e la principessa Kate in rappresentanza del Regno Unito, e Re Felipe VI sedeva sugli spalti per sostenere lo spagnolo Alcaraz, da parte dell’Italia: il vuoto. Una presenza ufficiale, anche solo simbolica, avrebbe dato forza all’immagine di un Paese che celebra i suoi campioni sul campo, non solo sui social.

Sinner trionfa a Wimbledon, la reazione di Alcaraz lascia tutti a bocca aperta Sinner trionfa a Wimbledon, la reazione di Alcaraz lascia tutti a bocca aperta

Invece, l’eco del successo di Sinner è rimbalzata tra le stories di Instagram e i post di X (ex Twitter), con messaggi entusiasti di Giorgia Meloni, Matteo Salvini ed Elly Schlein. Ma a trionfo consumato. Una rappresentanza istituzionale, fosse anche un sottosegretario, avrebbe avuto il valore di un gesto di riconoscimento, di partecipazione reale. Invece, l’assenza è sembrata quasi un disinteresse.

Come se Wimbledon fosse soltanto uno spettacolo da commentare a distanza, non un palcoscenico mondiale in cui l’Italia poteva – e doveva – esserci. Le immagini di questo trionfo resteranno nei libri di storia. Ma in mezzo agli applausi, agli abbracci e ai flash, è mancato il volto ufficiale del nostro Paese.