Caso Simona Cinà, l’annuncio choc della Procura (2 / 2)

Dopo tre giorni di silenzio, la Procura di Termini Imerese interviene sul caso di Simona Cinà, la ventenne pallavolista palermitana trovata morta nella piscina di una villa a Bagheria, durante una festa di laurea organizzata sabato scorso.

Lunedì sera i magistrati hanno diffuso una nota per chiarire alcuni punti di quello che resta, a tutti gli effetti, un giallo. Al centro dell’intervento dei pm c’è innanzitutto la dinamica del ritrovamento. Il corpo della ragazza – spiegano – sarebbe rimasto in acqua per diversi minuti prima che qualcuno se ne accorgesse.

«Il corpo senza vita  è stato notato intorno alle 4 del mattino da alcuni degli ultimi invitati presenti», precisa la Procura. Simona, riferiscono gli inquirenti, galleggiava a faccia in giù in un angolo poco illuminato della piscina, lontano dalla zona del bar e della consolle musicale. Una volta vista, alcuni ragazzi si sarebbero tuffati in acqua, portando la giovane fuori dalla vasca e tentando disperatamente le manovre di rianimazione, in attesa dei soccorritori.

Simona Cinà, la scoperta sulla 20enne morta in piscina Simona Cinà, la scoperta sulla 20enne morta in piscina

Restano però una serie di interrogativi: nessuno, secondo la nota, avrebbe avvertito la famiglia. Solo alle 4.50 la madre – preoccupata per il mancato rientro della figlia – ha telefonato al suo cellulare e un giovane ha risposto invitandola a correre alla villa perché Simona stava “male”. Ma, secondo i pm, la ventenne era probabilmente già deceduta: l’orario del decesso viene fissato alle 5.00.

Secondo la Procura, nel giardino e lungo i bordi della piscina erano presenti tracce di alcol, regolarmente documentate dagli investigatori, smentendo così la versione dei legali della famiglia Cinà. Eppure, nelle foto scattate dagli avvocati poche ore dopo la scoperta del corpo, l’area appare perfettamente pulita, come se fosse stata ripulita.