Caso Liliana Resinovich, svolta nel caso: è arrivato l’esito dell’esame del DNA

Il caso della 63enne triestina è arrivato ad una importante svolta, l'esito del Dna apre una nuova pista. Gli inquirenti sono convinti di questa ipotesi: ecco cosa hanno scoperto.

Caso Liliana Resinovich, svolta nel caso: è arrivato l’esito dell’esame del DNA

Si aprono nuovi incredibili scenari per il caso drammatico della 63enne triestina ritrovata drammaticamente senza vita lo scorso 5 gennario. Il suo corpo era stato inserito in posizione fetale all’interno di alcuni sacchi di nylon e dispersi nel vicino boschetto dell’ex ospedale psichiatrico. La prima ipotesi paventata era quella di un macabro delitto, ma alla luce dei nuovi riscontri, gli inquirenti non sembrano escludere altre piste.

Infatti, è appena arrivato l’esito dell’esame del Dna e, il risultato, è stato per certi versi sorprendente. Nuove ipotesi sono al vaglio degli inquirenti che, certi inizialmente che si trattasse di un brutale assassinio, ora stato ragionando su un’altra possibilità: ecco di cosa si tratta.

La nuova ipotesi

 E’ appena arrivato l’esito del test del Dna eseguito sul cordino con il quale erano legati i sacchetti in cui era infilata la testa della Resinovich. Ad essere sottoposta ad analisi scientifica una traccia biologica maschile che, sorprendentemente, non risulta appartenere nè al marito Sebastiano, nè all’amico Claudio o ancora, al vicino di casa Salvatore.

Alla luce di questo responso, per certi versi inaspettato, gli inquirenti hanno ipotizzato una nuova pista: quella del suicidio. Infatti, ciò che è emerso dall’esame del Dna, è che sembra esserci soprattutto traccia del Dna di Liliana sul cordino che, ora si pensa, avrebbe potuto usare per soffocarsi. Insomma, si tratta di una vicenda ancora aperta a qualsiasi tipo di possibilità.

Dunque, sembra affievolirsi l’ipotesi di omicidio, anche se non si può ancora escludere. Seppur non rilevanti, ci sono comunque tracce di Dna maschile su quel cordino, per questo gli inquirenti avevano deciso di indagare innanzitutto gli uomini più vicini alla 63enne. Tuttavia, una volta esclusi i 3 uomini sopra menzionati che, dal responso della Scientifica, pare non abbiano toccato quel cordino, al momento dall’indagine non sono emersi indizi contro altre persone. 

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