Caso Liliana Resinovich, la decisione degli inquirenti poco fa (1 / 2)

Caso Liliana Resinovich, la decisione degli inquirenti poco fa

Un giallo tutt’altro che risolto, quello della scomparsa, culminata in un tragico epilogo, della pensionata 63enne Liliana Resinovich. Della donna si erano perse le tracce il 14 dicembre 2021, quando si sarebbe allontanata dalla casa in cui viveva con il marito, Sebastiano Visintin, a Trieste.

Solo pochi giorni dopo, il 5 gennaio 2022, il corpo senza vita di Lilly, come la chiamavano i suoi amici, venne ritrovato nel parco dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste. Liliana veva 2 sacchetti di plastica trasparente, uno dentro l’altro, intorno alla testa, non troppo stretti alla gola, con il corpo racchiuso in grandi sacchi della spazzatura, uno infilato dall’alto e uno dal basso, mentre il cadavere era rannicchiato, con le braccia incrociate al petto.

In tanti si sono chiesti cosa le è accaduto, oscillando tra omicidio e gesto estremo. Ancora oggi il caso di Liliana Resinovich rappresenta un caso complesso, di cui hanno parlato tantissimo i giornali e le trasmissioni che si occupano di scomparsi, da Chi l’ha visto a Quarto grado e su cui gli inquirenti devono far luce.

Sono ancora tanti i punti oscuri attorno a questo caso che, sin dalle prime battute, ha suscitato un fortissimo clamore mediatico. A marzo di quest’anno si è parlato, lo ricordiamo, di un’agghiacciante nuova pista. Dal momento che un piede e una mano della 63enne presenterebbero caratteristiche tipiche di un processo di macerazione che avviene solo quando si è a contatto per lungo tempo con dell’acqua, come un pozzo semivuoto, si è fatta largo l’ipotesi che alla donna potesse essere stata tolta la vita dopo la sua scomparsa, occultandone il corpo in un pozzo.

Poco fa è arrivata la decisione degli inquirenti che ha lasciato tutti coloro che ne hanno avuto notizia davvero senza parole. Vediamo di cosa si tratta nella seconda pagina del nostro articolo.