Il caso di Chiara Poggi, nota come il “Delitto di Garlasco”, è uno dei delitti più discussi in Italia. Il 13 agosto 2007, la giovane studentessa di 26 anni fu trovata priva di vita nella sua casa a Garlasco, in provincia di Pavia. La Poggi era sola in casa poiché la sua famiglia era in vacanza. Il fidanzato, Alberto Stasi, scoprì il corpo e avvisò le autorità.
Tuttavia, diversi elementi sospetti, come le scarpe troppo pulite di Stasi e l’assenza di tracce di sangue sui suoi vestiti, portarono gli inquirenti a concentrarsi su di lui come principale sospettato. Nel corso del processo, emersero elementi contrastanti. Stasi fornì un alibi basato sull’uso del computer per la preparazione della sua tesi, ma le prove informatiche non furono conclusive.
Nonostante le incongruenze, Stasi fu assolto sia in primo grado che in appello. Tuttavia, la Corte di Cassazione annullò queste assoluzioni, ordinando un nuovo processo. Nel 2014, Stasi fu condannato a 16 anni di reclusione per delitto volontario, pena che stava scontando al momento della sua scarcerazione nel 2023.
Nel marzo 2025, a distanza di 18 anni dal delitto, le indagini furono riaperte grazie a nuove analisi del DNA precedentemente non valutate. Le nuove scoperte hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, per concorso nel delitto.
Le recenti analisi hanno rivelato la presenza del suo DNA sotto le unghie di Chiara, riaccendendo i riflettori sul caso. A dire la sua sugli ultimi sviluppi del caso è in queste ore la nota criminologa Roberta Bruzzone. Questa volta non ha dubbi: le sue parole stanno facnedo il giro del web. Ecco tutti i dettagli nella pagina successiva.