Dino Basso, direttore della Società nazionale di salvamento (Sns) di Mestre, dopo la tragedia di Cavallino Treporti, ha fornito alla stampa delle spiegazioni di cui va fatto tesoro. Carlo Panizzo è stato ritrovato vicino ai cosiddetti pennelli e a molti questo termine suonerà nuovo, ragion per cui è doveroso che l’esperto ce lo illustri.
I pennelli sono il pericolo più grande, perché sono manufatti costruiti per contenere l’erosione della spiaggia. La pericolosità è legata al fatto che, se si nuota nelle loro vicinanze, la profondità dell’acqua aumenta, anche fino a 4 metri. Il pericolo è segnalato, in quanto c’è il divieto di balneazione.
A peggiorare lo scenario, vi è il fatto che la zona dei pennelli è interessata da una forte corrente, chiamata corrente litoranea, che trasporta verso sud qualsiasi materiale in acqua che poi finisce sul pennello. L’esperto, fermo nel ribadire che la spiaggia non è un parco giochi e che, ogni anno, si perdono 30 bambini, ha rivolto un appello ai genitori per evitare che succedano ancora casi come quello di Jesolo.
I genitori devono controllare i propri figli con maggiore attenzione. “Il nostro mare viene visto come sicuro, quindi, uno che non sa nuotare, va a largo per poi ritrovarsi all’improvviso con tutto il corpo in acqua. Anche la riva può nascondere delle insidie, soprattutto i bambini vanno sempre sorvegliati”, ha chiosato.
Basso invita tutti a non sottovalutare le insidie del mare, molto spesso invisibili, e a prestare la massima attenzione ai pennelli, una delle zone più insidiose per i motivi che l’esperto, direttore della Società nazionale di salvamento (Sns) di Mestre, ha appena evidenziato. Bastano pochissimi istanti affinchè l’incubo si materializzi, non lasciando alcuno scampo… e questo caso ne è l’esempio.