La madre dei due bambini, avrebbe dichiarato agli investigatori, sopraggiunti sul posto,: “Non mi ero accorta che mio figlio stava slacciando la cinghia . Solo quando ho sentito la portiera aprirsi mi sono resa conto di quello che stava accadendo, ma era già troppo tardi”. E avrebbe detto la stessa cosa anche ai medici.
Eppure la dinamica dei fatti sembrerebbe essere diversa. Alla guida, non ci sarebbe stata la madre ma un rumeno 39enne, un amico di famiglia, che stava accompagnando con la sua Nissan la donna e i suoi due figlioletti a fare la spesa, dal momento che il marito, padre dei due bimbi, era fuori per lavoro.
Proprio l’amico di famiglia e il padre del bambino, non presente al momento della caduta, a confermare la versione dell’incidente. Nonostante questo, sono troppi, ancora, i punti oscuri, quelli attorno ai quali si dovrà fare chiarezza. Tantissime le domande che dovranno trovare delle risposte.
Tra questi: come mai la macchina non aveva un sistema di blocco di sicurezza delle portiere, specialmente perché a bordo viaggiavano due minori ? E se c’era, perché non ha funzionato? Nella notte, le forze dell’ordine non si sono arrestate un solo attimo, provvedendo all’ascolto di altre persone, ebbene non si sappia a quale titolo siano coinvolte nella vicenda, con l’obiettivo di ricostruire alla perfezione cosa è successo prima della volo sull’asfalto che sarebbe potuta costare la vita al bimbo, quasi miracolato, come ormai noto.
Allo stato attuale, la tesi maggiormente avvalorata da chi si sta occupando delle indagini, è quella della tragica fatalità ma, nel corso delle prossime ore, continuando a seguire il caso in tutti i suoi sviluppi, saremo in grado di avere delle risposte ad altri interrogativi che attanagliano gli inquirenti.