Bimbo di 6 anni deceduto in mare, il bagnino rompe il silenzio e confessa: ecco cosa è successo (2 / 2)

Un aereo Manta ATR-42 della Guardia Costiera, dotato di sistemi di telerilevamento notturno, i sommozzatori, i vigili del fuoco, ma anche forze dell’ordine e tanti bagnanti, hanno effettuato senza sosta le ricerche del piccolo Carlo per 11 lunghe ore, sino a quando ogni speranza è stata vanificata, col ritrovamento del suo corpo senza vita.

Il  giovane bagnino ha raccontato alla stampa che cosa è successo sin da quando l’allarme è scattato,  e le sue prime parole sono state queste :”In 5 minuti 600 persone per una catena umana”.

 Il  17enne  Marco Cabianca, bagnino a Cavallino-Treporti, racconta come ha coordinato assieme ai colleghi circa 600 bagnanti in catena umana per cercare  Carlo Panizzo, il bimbo di 6 anni scomparso in mare, ponendo l’accento sul gesto di solidarietà che, in molti, ricorderanno per sempre.

Decine e decine sono stati i bagnanti che, senza pensarci un solo istante, hanno formato una catena umana, ha detto, avanzando piano piano dalla battigia verso l’acqua più alta, con la speranza di poter ritrovare Carlo sano e salvo. Peraltro, dall’elicottero, sono state catturate le immagini che mostrano questa lunghissima fila di persone, accomunate dallo stesso obiettivo. Ora , nonostante per il bimbo non ci sia stato nulla da fare, quelli scatti sono la testimonianza dell’umanità.

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Sono il simbolo di come, nonostante l’immane disperazione, si scelga di agire insieme, unendo gli sforzi per una finalità encomiabile, quella si provare a salvare un’esistenza. Purtroppo un lieto fine non c’è stato  ma le testimonianze di quanto accaduto, in primis la confessione  del bagnino,  invitano tutti ad una doverosa riflessione. Non ci sono parole, solo tantissima amarezza per questo povero minore deceduto,  per il quale tutti si sono attivati senza un minimo di esitazione.