Era una bella mattina di sole nel cuore del Casentino, una di quelle giornate di fine autunno in cui l’aria fresca invita i bambini a correre all’aperto. Nel giardino dell’asilo di Soci, il ritmo era quello consueto e rassicurante: risate, grida soffocate di gioia, il fruscio delle foglie sotto i piedini.
In giardino , il piccolo Leo, che aveva solo due anni e mezzo, si muoveva con l’energia inarrestabile tipica della sua età. Forse un gioco, forse una sfida personale, lo ha spinto a misurare la sua curiosità contro un piccolo arbusto piantato vicino al perimetro del cortile.In un attimo assurdo, tutto è cambiato, trasformandosi in un inferno ad occhi aperti.
È bastato un movimento errato perché quel momento ludico si trasformasse in qualcosa di irrevocabile, poiché il piccolo è rimasto impigliato in uno dei rami. È successo tutto in un silenzio agghiacciante, in quel breve lasso di tempo in cui il gioco può cedere il passo a una minaccia invisibile.

Una delle educatrici, o chi per prima si è avvicinata, ha lanciato un allarme disperato, vedendo il corpicino del bambino immobile. All’improvviso, il cortile è stato invaso dalle voci tese degli adulti che cercavano di liberarlo. Sono scattate immediatamente le procedure di emergenza vitale. L’intervento del 118, l’arrivo rapido dell’elisoccorso Pegaso: la macchina dei soccorsi ha risposto con tutta la sua forza, cercando di riavviare un battito che si era interrotto. Purtroppo, ogni tentativo si è rivelato vano.
Con l’autopsia è stata fatta una scoperta choc sul decesso del piccolo Leo. Vediamo insieme che cosa è emerso, nella pagina successiva del nostro articolo, dal momento che il caso continua a suscitare fortissimo clamore in milioni di utenti che lo stanno seguendo in tutti i suoi sviluppi.