Bar e ristoranti, la scoperta choc poco fa. Scatta il maxi blitz delle forze dell’ordine

Maxi blitz delle forze dell'ordine che hanno sgominato una serie di società illegali. Duro colpo per la malavita locale, ingenti le perdite subite: ecco cosa è accaduto.

Bar e ristoranti, la scoperta choc poco fa. Scatta il maxi blitz delle forze dell’ordine

Un forte giro di affari illegali è stato messo al tappeto da un blitz improvviso delle forze dell’ordine, le quali hanno proceduto a sequestrare numerose attività illecite. Come noto, le organizzazioni criminali hanno come prerogativa quella di affermarsi sul territorio anche dal punto di vista del controllo economico, gestendo le attività più svariate, ovviamente sempre sotto falso nome.

Un business enorme che fruttava soldi a palate, finito proprio per questo nel mirino delle forze dell’ordine, che da tempo monitoravano la situazione. Alla fine è scattato il blitz, che ha prodotto decine di arresti ed il sequestro di numerose attività per un valore di diverse decine di milioni di euro: ecco gli ultimi aggiornamenti.

Il blitz improvviso

Un’infiltrazione capillare, che abbracciava i settori più svariati, tra bar ristoranti, pasticcerie e panifici ma che era finito ormai da tempo nel mirino delle forze dell’ordine, le quali hanno provveduto con un blitz improvviso a sgominare l’organizzazione criminale. La longa manus della ‘ndrangheta a Roma ha subito dei danni ingentissimi: sequestrate ben 25 attività, per un valore di circa 100 milioni di euro e messe in manette 26 persone.

Si tratta di quello che è stato definito come il ‘secondo tempo’ dell’operazione che, capeggiata dai procuratori Michele Prestipino e Ilaria Calò, era stata posta in essere lo scorso maggio ai danni della prima ‘locale’ di ‘ndrangheta nei quartieri capitolini; agli indagati erano contestati i reati di associazione mafiosa, sequestro di persona e fittista intestazione di beni.

Lo scopo dell’organizzazione, guidata dagli esponenti delle famiglie malavitose originarie di Cosoleto, era quello di acquisire il controllo economico del territorio mediate l’acquisizione, sempre con intestazioni fittizie, di attività nei settori più svariati per poi commettere delitti contro il patrimonio, contro la vita e l’incolumità individuale e in materia di armi. Per attuare questo piano, è risultato evidente come l’organizzazione facesse ricorso allo schema ripetuto dei patti mafiosi e al ricorso di decine di prestanome.

Continua a leggere su Fidelity Donna