Sono giorni di grande cordoglio in Italia per il sinistro del bus avvenuto a Mestre. Erano circa le 20 di martedì 3 ottobre, quando un bus con a bordo 40 turisti è precipitato dal cavalcavia della Bretella, che da Mestre porta verso l’autostrada A4. Per cause ancora in corso di accertamento, il bus ha sfondato il parapetto ed ha fatto un volo di circa 15 metri, prendendo poi fuoco.
Il bilancio è gravissimo: 21 passeggeri deceduti e 15 feriti, di cui 5 gravi. Le immagini di una telecamera di sorveglianza mostrano il tremendo istante in cui il pullman si è ribaltato ed è precipitato al suolo. Tante le ipotesi al vaglio degli inquirenti, tra le quali un possibile malore dell’autista o un guasto improvviso al mezzo.
Il conducente del bus, Alberto Rizzotto, ritenuto dai suoi colleghi come un autista esperto, è deceduto sul colpo. La salma si trova presso l’ospedale dell’Angelo di Mestre, dove sarà sottoposta ad autopsia per appurare in quale stato psico-fisico di trovasse e se fosse stato appunto colto da un malore.
In queste ore sono state già programmate dalla procura di Venezia le perizie da effettuare per tentare di fare luce sulla dinamica del sinistro e sulle possibili cause. Per esempio, un elemento da tenere in considerazione è in quale stato si trovasse il guard rail del cavalcavia, contro cui il bus ha strisciato per decine di metri prima di capovolgersi.
A risultare decisiva è l’analisi della scatola nera del bus della società ‘La Linea‘. L’esperto informatico incaricato di analizzare il materiale da sottoporre a perizia sta chiarendo definitivamente alcuni dettagli ombrosi della scottante vicenda. Quale verità della scatola nera? Scopriamo tutti i dettagli nella pagina successiva.