Autobus precipitato a Mestre, la verità dalla scatola nera (2 / 2)

Ne sentiamo parlare soprattutto per quanto riguarda gli incidenti aerei, in realtà una scatola nera si trovava anche nel bus che alle 20 circa dello scorso 3 ottobre è precipitato dal cavalcavia superiore di Marghera. Una tragedia costata 21 decessi e il ferimento di altre 15 persone, che lottano ancora per avere salva la vita.

Il conducente del bus, Alberto Rizzotto, ritenuto dai suoi colleghi come un autista esperto, è già stato affidato all’istituto di Medicina legale dell’Università di Padova per l’esame autoptico, ma occorrerà del tempo prima di poter avere i primi risultati; l’ipotesi al vaglio è quella del malore improvviso. I primi esiti sono tenuti strettamente riservati dal procuratore di Venezia Bruno Cherchi.

In merito alla condizione dello stato del cavalcavia, è spuntata ora una incredibile verità: secondo il Gazzettino.it, pare che la documentazione sul pessimo stato della struttura fosse già in mano alla Procura di Venezia da oltre un anno. Da tempo era stato segnalato come si richiedessero degli interventi urgenti su quel cavalcavia.

Intanto stato già individuato l’esperto informatico della società Venis che sarà incaricato di analizzare le riprese delle telecamere interne al mezzo, il telefonino cellulare dell’autista e, soprattutto, la scatola nera del bus della società “La Linea”.

E’ soprattutto dall’analisi tecnica di quest’ultimo elemento che si tenterà di ricostruire l’esatta dinamica del sinistro, chiarendo per esempio la questione di possibili guasti del bus. Intanto, come riporta sempre il Gazzettino.it, in merito alla dinamica del sinistro, emergono nuovi aggiornamenti. Inizialmente si riteneva che il bus sarebbe precipitato dopo essersi infilato in un varco nel guard rail, una ipotesi smentita però dalle ultime evidenze tecniche.Si attendono aggiornamenti nelle prossime ore.