Luca Perazzini e Cristian Gualdi mancano all’appello dal 22 dicembre e purtroppo, oltre al fatto che non sono ancora stati ritrovati, è da poco arrivata l’ennesima doccia fredda in quanto il coordinamento dei soccorsi sul Gran Sasso ha deciso di interrompere l’intervento dell’elicottero che era stato programmato nella giornata di ieri, Santo Stefano, dal momento che si prevedevano condizioni meteo più favorevoli per i soccorsi.
A causa del forte vento, l’elicottero non ha potuto operare e, oltre alle raffiche, c’è dell’altro che preoccupa: il rischio di valanghe. Si spera che i due alpinisti possano essersi riparati in un anfratto anche se i giorni, scorrendo, rendono sempre più flebili le speranze di ritrovarli in vita, salvo un miracolo. Del resto, nel Vallone dell’Inferno luogo dell’ultimo sos dei due alpinisti, non è stato trovato nulla.
Il Soccorso Alpino, oggi, proverà ad effettuare un primo sorvolo dell’area, anche con l’ausilio di un dispositivo Sonar Recco. La speranza dei soccorritori è di riuscire a identificare dall’alto i due alpinisti, per poi calarsi con il verricello e provvedere al recupero. Un altro scenario prevede un sorvolo per circoscrivere l’area in cui i due sarebbero dispersi senza riuscire ad individuarli: in questo caso prima del recupero sono previste attività di bonifica via terra, ma sarà necessario aspettare che rientri l’allerta valanghe.
Dal 22 dicembre ad oggi, non possiamo impedire al tempo di scorrere e questo, di certo, non aiuta A questo scenario, si aggiungono i commenti di una crudeltà estrema che divampano sui social. In tanti sono gli utenti che hanno rivolto pesanti accuse ai due alpinisti, tacciandoli di incoscienza e irresponsabilità.
Ritengono che la loro presenza sulla montagna, nel giorno dell’escursione, fosse inopportuna. Il primo cittadino del paese in cui Luca e Cristian vivono, ha dichiarato: «Esprimo una forte condanna per le parole di odio riversate nei confronti dei due alpinisti sui social. Sono incommentabili e inqualificabili»,.