L’Italia ha vissuto giorni di quiete apparente, quasi un respiro innaturale in un calendario che, a dicembre inoltrato, dovrebbe già parlare il linguaggio glaciale dell’inverno. Lungo molte regioni, il clima mite ha steso un velo di normalità ingannevole, mantenendo i termometri su valori decisamente superiori alla media stagionale.
Per diversi giorni, l’anticiclone ha dominato la scena, proteggendo la Penisola con una cupola di aria tiepida. Tuttavia, dietro questa facciata di stabilità, qualcosa di ben più intenso si muoveva inesorabilmente.Sulle carte sinottiche, infatti, gli esperti leggevano i segnali inequivocabili di un imminente cambio di guardia atmosferico.
Una massa d’aria fredda, scesa dalle latitudini settentrionali, stava per puntare decisa verso il Mediterraneo.È la rottura di uno schema, il prezzo da pagare per la pausa concessa. Il maltempo non è più una minaccia distante o un’ipotesi remota: la sua fiamma si sta accendendo, pronta a innescare il peggioramento.

Il colpo sarà rapido e deciso. Nelle prossime ore, la prima avanguardia del fronte freddo busserà alla porta, portando con sé non solo un brusco crollo delle temperature, ma anche la forza della perturbazione.
La domanda, adesso, non è se arriverà il maltempo, ma quando e soprattutto con quale forza si manifesterà la pioggia gelida e dove cadranno i primi fiocchi di neve della settimana. Qualcosa di davvero molto particolare che stupirà davvero tutti i meteorologi ormai ne sono sicuri tutto sta per cambiare e anche in maniera molto veloce qualcosa di davvero inaspettato a questo punto ecco cosa sta succedendo. E un esempio lo abbiamo avuto in queste ore.