
Quando la quiete si posa su una città costiera, è spesso un momento ingannevole. Le nuvole si accumulano lente, ma nessuno, davvero nessuno, può immaginare la forza che nascondono.È questo il velo di normalità che, in pochi giorni e in luoghi distanti, è stato squarciato da un unico, incontrollabile elemento: l’acqua. L’evento ha lasciato dietro di sé solo la desolazione e il computo di ciò che non torna.Non è stato il tipico scroscio estivo che lascia l’aria più pulita. No. In diversi angoli del Mediterraneo e oltre, l’acqua ha cambiato volto, trasformandosi in un muro in movimento.La forza inattesa ha colpito l’asfalto e i sogni, irrompendo nelle vie con una rapidità assurda. Bastava un attimo, una singola, distrazione, per ritrovarsi nel mezzo di un’emergenza vitale.Un lampo, e poi un rombo non di tuono, ma di terra e detriti che cedevano sotto un’ondata improvvisa. L’emergenza era in quel flusso che, violento e indomabile, non accennava ad arrestarsi.
I messaggi si bloccavano, le comunicazioni cadevano nel silenzio più totale, lasciando i familiari in un’attesa straziante e disperata.Mentre a ovest le periferie venivano invase dalla melma, c’è stata una città, sulla costa atlantica, dove l’evento atmosferico è diventato una assurdità di proporzioni inaudite.
La risposta è arrivata con l’alba e l’avanzare dei soccorsi: l’alluvione che ha colpito la città di Safi, in Marocco, ha spezzato la vita ad almeno 21 persone.La dinamica di quanto accaduto, in una giornata che doveva essere come tante, è stata di una rapidità sconcertante.

L’acqua, spinta da un evento atmosferico di portata eccezionale, ha inondato le vie principali e i vicoli, trasformando ogni strada in un fiume in piena.L’onda di maltempo estremo, tuttavia, non si è fermata al solo Nord Africa, portando fenomeni violenti che hanno messo in ginocchio intere comunità in Europa, benché con conseguenze meno gravi sul fronte della perdita di vite umane.
A migliaia di chilometri di distanza, nella campagna sarda, l’allerta ha preso forma con la stessa forza della natura.Nel comune di Decimoputzu, in provincia di Cagliari, una potente perturbazione è stata definita come una “b*mba d’acqua”, causando danni diffusi e mettendo a rischio i residenti.Le vie d’accesso sono state chiuse e il fango ha invaso i quartieri. Soprattutto la periferia e le zone agricole della Sardegna si sono ritrovate sott’acqua, con i residenti impegnati in una corsa contro il tempo per difendere i propri beni dalla furia del maltempo.Questi due episodi, distanti eppure uniti da un’unica, incontrollabile forza meteorologica, rimangono il segno lasciato da un’emergenza che, per la sua frequenza e intensità, sta diventando la nuova, imprevedibile normalità.