Negli ultimi mesi, l’Italia sta registrando un aumento preoccupante dei casi di virus West Nile, un’infezione trasmessa principalmente attraverso la puntura di zanzare infette, in particolare del genere Culex. Il virus, noto anche come febbre del Nilo occidentale, è endemico in diverse regioni italiane, ma nel 2025 si sta osservando un’impennata anomala rispetto agli anni precedenti.
Il virus West Nile colpisce principalmente gli uccelli selvatici, ma può essere trasmesso all’uomo e ad altri mammiferi. Nella maggior parte dei casi l’infezione è asintomatica o causa sintomi lievi simili a quelli influenzali, come febbre, mal di testa e dolori muscolari. Tuttavia, nei soggetti più vulnerabili, può evolvere in forme gravi come encefalite o meningite, con rischi concreti per la vita.
Secondo i dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità, da inizio estate si sono già registrati decine di casi confermati, con alcuni decessi associati a complicazioni neurologiche. Le autorità sanitarie locali stanno potenziando i sistemi di monitoraggio, sia attraverso la sorveglianza veterinaria sugli animali selvatici che mediante il controllo ambientale delle zanzare.
Le attività di disinfestazione sono state intensificate soprattutto nelle aree urbane e rurali più colpite. Tra le cause dell’aumento si segnala l’innalzamento delle temperature e il cambiamento climatico, che favoriscono la proliferazione delle zanzare anche in periodi e zone dove prima erano meno presenti.
Inoltre, la maggiore urbanizzazione e l’accumulo di acque stagnanti, anche in contesti domestici, creano ambienti ideali per la riproduzione dei vettori. Le autorità raccomandano alla popolazione di adottare misure preventive semplici ma efficaci. Intanto spuntano nuovi casi sempre più preoccupanti: in quali regioni? Ecco tutti i dettagli nella pagina successiva.