Il mondo del ciclismo italiano è in lutto per l’improvvisa scomparsa di un grandissimo sportivo, trattandosi di una vera e propria leggenda. Avrebbe spento ben 86 candeline il 20 novembre prossimo ma la notizia del suo decesso ci ha lasciato letteralmente sotto choc. Parliamo di uno dei più grandi corridori e atleti di ogni sport della provincia di Arezzo, spirato nella sua abitazione a Malva, in Valdarno.
L’ultimo saluto al grandissimo Bruno Mealli, che vedete nella foto d’apertura del nostro articolo; colui che ha fatto sognare milioni di italiani per le sue eroiche imprese in sella alla sua bici, si è tenuto presso la Chiesa di San Tommaso in Castelfranco di Sopra, In tantissimi i presenti alla cerimonia funebre, non solo coloro che sono stati accomunati dalla stessa passione di chi è venuto a mancare, ma anche tanta gente comune e molti cronisti sportivi. Classe 1937, valdarnese di Terranuova Bracciolini, ex ciclista su strada italiano, Bruno Mealli, professionista dal 1961 al 1969, ha vinto tre tappe al Giro d’Italia e un Campionato italiano del quale, dopo il decesso di Vittorio Adorni, era il più anziano vincitore.
Ci riferiamo al decesso di uno dei ciclisti più importanti della storia del Valdarno. “La Nazione”, tra i tanti quotidiani che si sono occupati della triste notizia, ricorda che Bruno Mealli è stato grande protagonista al Giro d’Italia 1963 per aver indossato, contemporaneamente a un altro ciclista, Marino Fontana, durante la corsa, la maglia tricolore di campione italiano. Una carriera costellata di successi, la sua, in cui ha preso parte, per nove edizioni, alla corsa rosa, aggiudicandosi la vittoria di tre tappe e indossando anche la maglia di leader della classifica per cinque tappe nel 1965.
Assieme al fratello, Mealli è stato l‘ideatore della Tirreno-Adriatico. Ripercorrere le sue gesta in un solo articolo sarebbe alquanto riduttivo, dal momento che ha vinto anche 2 Giri del Lazio e 1 Giro dell’Emilia, partecipando, con la Nazionale italiana, a a due Campionati del Mondo nel ’64 e nel ’65 dove ha ottenuto un ottimo 12 posto.
In tantissimi coloro che si stanno stringendo ai familiari, tutt’oggi, con messaggi toccanti di cordoglio. In primis, a ricordarlo ci ha pensato “Federciclismo”. Un ciclista amatissimo, sia per le sue imprese, sapendo fronteggiare con assoluta maestria anche le più impervie salite, che nel quotidiano, essendo stimato da tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. Una dinastia di ciclisti, quella del grande Bruno, comprendente Aladino, Moreno, Marcello e Franco, organizzatore di Tirreno-Adriatico, Giro del Lazio e dell’Umbria. Non sono mancati i momenti dolorosi nella sua vita, come quello della perdita della sua adorata figlia ma con tenacia, era andato sempre avanti. Le nostre più sentite condoglianze.