Sulle strade cittadine, che sembravano scorrere con la consueta lentezza, è calata un’ombra inaspettata. La notizia, sussurrata di bocca in bocca, ha spezzato il velo di normale quotidianità, lasciando un segno di vuoto profondo.
D’altronde, l’addio di una persona cara non è mai un evento isolato, ma un moto tellurico che si espande ben oltre le mura domestiche. La comunità intera si è stretta, quasi in un silenzio rispettoso, attorno al ricordo di Angelo Amoroso, il cui ricordo non si può riassumere in un lampo.
La sua improvvisa assenza ha risvegliato in molti la memoria di un uomo partecipe. Inevitabilmente, ci si chiede cosa resta quando la fiamma si spegne. I suoi cari, la famiglia che lo ha accompagnato fino all’ultimo respiro, hanno affidato al mondo esterno il triste annuncio, il peso di dover comunicare la sua dipartita.
Un dolore composto, ma non meno lancinante. Ora, in quel nucleo familiare, lo spazio vuoto lasciato da Angelo attende di essere colmato soltanto dal ricordo e dal filo tenace dell’affetto. È il momento in cui la dimensione privata del lutto si scontra con la necessità di un ultimo rito. Ma prima che quel ricordo possa stabilizzarsi, prima che l’onda dell’emozione si plachi, resta un passo da compiere, un’ultima, cruciale sospensione collettiva.
La comunità si è stretta attorno alla famiglia di Angelo Amoroso, per il suo addio. E’ venuto fuori, poco fa, che era il papà di …. ve lo riveliamo nella pagina successiva.