
L’emozione, in quell’istante, è stata un’ondache si avvolge inaspettatamente. “Ero come impazzita,” ha confessato la moglie di Achille Polonara, una reazione naturale davanti a quello che sembrava un miracolo medico. Ha chiamato di corsa il personale, i sanitari, ma i medici, pur accogliendo il segnale, hanno mantenuto un approccio prudente, ridimensionando l’euforia.
Nonostante i segnali di risveglio, le parole non arrivavano e il quadro clinico restava complesso. Era necessario comprendere appieno l’entità dei danni riportati in quel lungo periodo di incoscienza forzata.
Le valutazioni mediche iniziali parlavano di una situazione seria. I sanitari avevano confermato che c’erano state lesioni che avevano compromesso parte destra e sinistra del cervello.A ciò si aggiungeva un interessamento di una porzione del cervelletto, una combinazione che non lasciava spazio a facili ottimismi per il futuro del 44enne.

Eppure, sfidando la cautela dei professionisti e l’ombra di un recupero difficile, l’atleta ha dimostrato una forza inattesa. La speranza, alimentata da quegli occhi riaperti, è diventata realtà: la donna ha potuto testimoniare che, di giorno in giorno, la situazione clinica migliorava.
L’incubo si è palesato, per il cestista, il 16 ottobre, dopo il trapianto di midollo, per il subentrare di un’embolia celebrare.”Mi avevano detto che al 90% sarei deceduto. Quando ero in coma mi sembrava di essere in un’altra città. Ma non vi liberate così facilmente di me: ho fatto una promessa a Erika», Achille sorride e si commuove rivivendo quei tremendigiorni nel servizio de «Le Iene» andato in onda ieri sera su Mediaset.Il cammino è ancora lungo, ma la battaglia più dura, quella per tornare alla luce, è stata vinta. Il calvario, iniziato con un trapianto (menzionato nel titolo), è sfociato in una ripresa che ha superato le aspettative più pessimistiche.