Sincope da idrocuzione, il killer dell’estate che può uccidere in acqua: sintomi e rimedi (2 / 3)

La temuta congestione che tutte le mamme e le nonne ci hanno insegnato sin dall’infanzia che ci impedisce di fare il bagno dopo aver mangiato, è un modo meno scientifico di chiamarlo idrocuzione. È una situazione grave che può portare alla morte.

In forma scientifica, come si legge sul dizionario di Medicina “Treccani”, l’idrocuzione “è una sincope da immersione rapida in acqua, specialmente fredda, caratterizzata da riflessi neurovegetativi che possono causare anche morte per arresto cardio-respiratorio o annegamento”.

Il rapido ingresso in acqua può provocare un sovraccarico di stimoli al cervello e può causare uno spegnimento del sistema nervoso. Nonostante la credenza popolare, la digestione non è direttamente coinvolta in questa sindrome, sebbene possa favorirla.
 
Ci sono tre teorie principali che spiegano il processo. Si dice che il contatto improvviso con l’acqua fredda crea uno shock termico che causerebbe una grave vasocostrizione, che si tradurrebbe in un riflesso che inibisce la respirazione e la circolazione.

 

Questo fenomeno potrebbe causare una perdita di coscienza mentre siamo in acqua e quindi un annegamento.

D’altra parte, potrebbe essere dovuto a uno spasmo laringeo (un riflesso del nostro corpo prima di un’immersione), dopo il contatto con  l’ acqua fredda con il muco nasofaringeo che impedisce la respirazione e, infine, la possibilità che questa sincope venga considerata.

È importante essere in grado di percepire alcuni sintomi apparentemente innocui che possono precedere l’idrocuzione.