Questo sistema può essere contrapposto a un sistema di pagamento che pagherà i lavoratori in base alla qualità e alla quantità del loro lavoro. Mark Sheshkin, uno scienziato cognitivo della Yale University, sottolinea che nonostante gli slogan per l’uguaglianza dominino i social media e le proteste in tutta la nazione, la maggior parte delle persone apprezza davvero un po’ di disuguaglianza. Come dice Sheshkin, “dovremmo aspirare ad una giusta disuguaglianza, non a un’eguaglianza equa”.
Le persone stanno bene con l’ineguaglianza finché è giusto.
Gli psicologi Alex Shaw e Kristina Olson hanno eseguito un esperimento per testare questa ipotesi. Hanno radunato un gruppo di bambini tra i 6 e gli 8 anni. Due bambini, Dan e Mark, avevano ripulito la loro stanza e come ricompensa, Dan e Mark dovevano ricevere delle gomme da cancellare. Ai bambini sono stati dati 5 gommini, quindi una divisione pari è stata impossibile. I bambini hanno voluto che la quinta gomma non venisse data a nessuno dei due.
Potrebbe sembrare che queste risposte riflettano un ardente desiderio di uguaglianza, ma più probabilmente riflettono un desiderio di equità. È solo perché i bambini hanno supposto che Dan e Mark facessero lo stesso sforzo per pulire la stanza. E così quando Shaw e Olson dissero ai bambini che Dan aveva lavorato più duramente di Mark, hanno capito che Dan meritava 3 gomme e Mark 2. In altre parole, hanno accettato la disuguaglianza, purché fosse giusta.