Ci sono alcune donne che, sfortunatamente, presentano una malformazione nota all’utero, grave o meno, che può sfociare in difficoltà di concepimento o in frequenti aborti spontanei. Le malformazioni congenite dell’utero sono varie e colpiscono circa il 3% delle donne. Una di queste condizioni è detta utero bicorne.
Per riconoscere un utero bicorne è sufficiente una normale visita dal ginecologo il quale, se ha dei dubbi, potrà indirizzarvi verso esami strumentali più specifici.
Un ottimo strumento per studiare l’utero e le sue conformazioni è l’ecografia trans vaginale 2D e 3D.
In entrambi i casi, con questi esami, è possibile studiare la forma dell’utero e riscontrare eventuali problemi. L’ecografia 3D consente inoltre di ricostruire, in modo molto realistico, la forma dell’utero. Con questo strumento, nel caso ci sia la necessità di intervenire per sopperire ad una malformazione, è possibile studiare l’utero in tutte le sue forme e misure.
L’ecografia 2D è attendibile al 70%, per quanto riguarda le malformazioni uterine, mentre quella 3D è affidabile al 100%.
Che cos’è l’utero bicorne
Questa particolare malformazione è una delle più frequenti, seconda solo all’utero setto, che vede la cavità uterina divisa in due parti da una membrana chiamata, appunto, setto. L’utero bicorne si presenta anch’esso diviso in due ma solamente nella parte superiore, mostrando, appunto, due corna. Le due parti superiori dell’utero confluiscono in unico collo nella parte bassa dell’utero.
Può avvenire un concepimento con l’utero bicorne?
Le donne che soffrono di questa malformazione non hanno, generalmente, problemi a concepire un bambino bensì, purtroppo, hanno molte difficoltà nel portare avanti la gravidanza.
L’utero bicorne è spesso causa di aborto spontaneo e solo il 60% delle gestazioni riesce ad arrivare al termine, questo perché la scarsa elasticità dell’utero malformato impedisce la naturale dilatazione e non riesce ad accogliere il feto fino alla sua totale formazione.
Inoltre, se l’impianto dell’embrione avviene nella membrana che divide i due corni, esiste la possibilità che vi sia uno scarso apporto di sangue e che il feto non abbia il nutrimento necessario.
Come si può intervenire su un utero bicorne
Una donna che soffre di questa malformazione all’utero, per avere maggiori possibilità di portare a termine una gravidanza, dovrebbe sottoporsi ad un intervento chirurgico chiamato “metro plastica” che serve ad unire le due parti separate dell’utero (le corna), così da ottenere un’unica cavità uterina.
Se ci si dovesse accorgere che una donna ha l’utero bicorne durante la gravidanza è possibile intervenire applicando un cerchiaggio al collo dell’utero e sottoponendola ad una cura con farmaci che tengono sotto controllo le contrazioni, nella speranza di allontanare minacce di parto pre-termine o aborti spontanei.
Non è detto che una donna affetta da questa malformazione abbia in ogni caso difficoltà a portare a termine una gravidanza. Vi sono infatti delle situazioni in cui, pur presentandosi l’utero con due parti separate, una si sia sviluppata molto più dell’altra e che sia tranquillamente in grado di accogliere un bambino fino alla sua nascita.
L’ideale per una donna è fare le regolari visite ginecologiche fin dalla giovane età, e comunque anticipatamente se si sta programmando di avere un bambino. In questo modo, nel caso sarà più facile favorire il concepimento e nel caso vi siano piccoli o grandi ostacoli, vi sarà la possibilità di intervenire con maggiore tranquillità e senza mettere a rischio la vita del bambino e della futura mamma.