Tra i riflessi neonatali che accomunano tutti i bambini alla nascita c’è anche il riflesso di Moro. Noto anche come riflesso di abbraccio o riflesso di aggrappamento o riflesso di caduta, consiste nell’apertura delle braccia come reazione a stimoli bruschi ed improvvisi.
In sostanza, sono dei movimenti involontari e delle reazioni fisiologiche che si manifestano alla nascita. In realtà, iniziano a comparire durante gli ultimi mesi della gestazione. L’intensità della reazione agli stimoli esterni è differente per ogni individuo.
Solitamente, questo tipo di riflesso, come tutti gli altri riflessi neonatali, scompaiono lentamente entro il primo anno di vita.
I pediatri sfruttano i riflessi neonatali, che comprendono quelli di suzione, di deglutizione, di marcia, di presa e di moro, per valutare lo sviluppo del sistema nervoso nel bambino. Quando continuano a manifestarsi dopo il primo anno di vita può essere un campanello d’allarme di un problema neurologico che deve essere approfondito e curato. Le conseguenze, infatti, possono essere molteplici e più o meno gravi.
Cos’è il riflesso di Moro
Il riflesso di Moro fu descritto per la prima volta nel 1918 dal medico pediatra austriaco Ernst Moro (1874-1951).
Secondo il pediatra austriaco questo può riflesso può essere interpretato come un gesto di aggrappamento, di ricerca di aiuto verso la madre.
Come tutti gli altri riflessi neonatali sono del tutto naturali e fisiologici e presenti in tutti i bambini. Fanno, però, eccezione, i bambini affetti dalla sindrome di Down, da patologie che interessano il cervello o che presentano danni al midollo spinale.
La mancata reazione muscolare su un solo lato del corpo può anche produrre un riflesso noto come Moro asimmetrico.
La reazione del bambino agli stimoli consiste nel distendere ed aprire improvvisamente e bruscamente in ordine le braccia, le mani e le gambe. Lentamente, poi, si rilassa e piega le braccia e le gambe verso la pancia e chiude le mani.
Il riflesso si può considerare una reazione alla paura, poiché dopo che si manifesta, il bambino inizia a gridare e piangere.
Bisogna però fare presente che indotto lo stimolo, alla reazione del bambino è importante che la mamma faccia avvertire la sua presenza. Una carezza, un abbraccio, una coccola lo tranquillizzeranno.
Come provocare il riflesso di moro
Per indurre il riflesso di moro, esistono differenti tecniche. È fondamentale, però, che il bambino tenga una posizione simmetrica tra corpo e testa.
Il pediatra che lo descrisse, per esempio, percuoteva con una mano il cuscino la reazione, e il bambino reagiva muovendosi.
Altri medici specialisti, inducevano il riflesso tenendo il bambino in posizione supina. Mentre con una mano tenevano il tronco, con l’altra tenevano la testa. Questi provocavano il riflesso lasciando cadere di poco la testa del bambino all’indietro.
Tuttavia, esistono delle tecniche meno brusche ma efficaci. Tra queste, fargli ascoltare un improvviso e brusco rumore, soffiare sul viso, sottoporlo ad un improvviso sbalzo termico o ad una luce abbagliante.
Quando scompare il riflesso di Moro
Solitamente, il riflesso di moro tende a scomparire gradualmente dopo il quarto mese e comunque entro un anno dalla nascita. Non si può quindi considerare una patologia. È del tutto naturale e fisiologico e quindi non deve destare preoccupazione nei neo genitori, se scampare entro il primo anno di vita del bambino.
Come tutti gli altri riflessi neonatali, quando sparisce, in seguito a stimoli che lo allarmano, si manifestano sobbalzi, smorfie e movimenti degli arti.
Quando non scompare
Se il riflesso persiste, anche se in una forma lieve, bisogna rivolgersi al pediatra perché potrebbe indicare una patologia di carattere neurologico. Questi eseguirà una visita specialistica per confermare la presenza del riflesso. In caso di esito positivo, il medico procederà con il fare eseguire altri test specifici per maggiore sicurezza e per valutare eventuali conseguenza neurologiche.
Come conseguenza, il bambino potrebbe soffrire di problemi motori, di equilibrio, di coordinazione e sensoriali.
Inoltre, il bambino potrebbe manifestare disturbi del linguaggio, difficoltà a scrivere, dislessia e disgrafia.
Le cause del fenomeno vanno ricercate nel periodo di gestazione. Durante la gravidanza, l’accumulo di stress, le minacce di aborto, la presenza di diabete gestazionale e infezioni virali possono determinare il prolungarsi del riflesso.
Altre cause vanno ricercate nella presenza di convulsioni o di febbre del neonato durante o subito dopo il parto.